Nel centrodestra si predica unità ma ci si perde tra i nomi Db e Udc convergono su Musumeci, ma divisi su Palermo

«Il centrodestra deve presentarsi all’appuntamento elettorale unito». Questo il mantra ripetuto più volte da Matteo Salvini a ogni sua visita a Palermo. Anche venerdì, il giorno prima dell’udienza del processo Open Arms, quando ha incontrato dirigenti e attivisti della Lega ed è andato a cena con una delegazione di imprenditori siciliani. Un’opinione che sembra essere condivisa, quella del leader del Carroccio, quanto meno nelle parole, mentre nei fatti in coalizione sembrano esserci delle distanze che appaiono ancora difficili da colmare, tanto sulle imminenti Amministrative, quanto sulle prossime elezioni regionali. 

«Salvini ci ha raccontato come in alcune circostanze lui stesso ha chiesto di incontrare i leader di tutti i partiti, persino quelli più piccoli, anche non presenti in parlamento – racconta Vincenzo Figuccia, deputato regionale leghista – Le guerre provocano morti e feriti da ogni parte e questo è il momento di dare segnali distensivi e di unità alla Sicilia». L’altra frase più ricorrente del leader del segretario nazionale della Lega, invece, riguarda il nome del candidato: «Bisogna trovarne uno condiviso e il prima possibile per non commettere l’errore delle altre grandi città in cui abbiamo perso nelle ultime Amministrative, altrimenti andiamo alle primarie». La scadenza nel caso di Palermo era stata fissata per novembre, poi per fine anno, la sensazione è che probabilmente non basterà neanche gennaio per convergere su una candidatura o ripiegare su delle primarie, che convincono, ma fino a un certo punto.

«Noi vediamo le primarie come l’ultima possibilità – dice ancora Figuccia a MeridioNews – Nell’ipotesi in cui i partiti non dovessero mettersi d’accordo è la forma di coinvolgimento del popolo più diretta. Speriamo però che non ce ne sia bisogno. È necessario mettere da parte i piccoli egoismi, fare un bagno di grande generosità sapendo che quando si gioca in una squadra un passo indietro fatto prima possono essere due passi in avanti in futuro». E poi c’è la questione delle Regionali. Al tavolo se ne parla poco, c’è da risolvere il nodo del capoluogo, ma la voglia di esprimere un candidato di partito è forte in ogni anima della coalizione e la ricerca è già stata informalmente avviata. Impresa ardua quando una parte della tua coalizione è dichiaratamente convinta che un nome ci sia già e non ci sia alcun motivo o bisogno di trattare altro.

«Non si sta cercando un candidato per le Regionali – dice a MeridioNews Giusy Savarino, coordinatrice insieme ad Alessandro Aricò e Giorgio Assenza di Diventerà Bellissima – Abbiamo un presidente uscente che ha annunciato la propria volontà di riproporre la propria candidatura, credo che non ci sia altro da dire. Per il resto, siamo un movimento territoriale che ormai si attesta tra il nove e il dieci per cento, se non di più, in tutte le Amministrative a cui partecipa e siamo convinti che nessuno nel centrodestra. può fare a meno di una forza come la nostra. Abbiamo la determinazione per creare una classe dirigente capace di migliorare questa terra». Sul piano regionale la posizione di Diventerà Bellissima è dunque netta e sarà difficile da smontare, vista anche la poca sensibilità del partito ai diktat delle segreterie romane, essendo un movimento prettamente siciliano, mentre c’è disponibilità al dialogo per quanto concerne Palermo. «Abbiamo proposto una candidatura autorevole – aggiunge Savarino – quella di Alessandro Aricò, che è una delle persone più votate in città, vedremo se incontrerà i favori della coalizione».

Sul piano della scelta del candidato presidente della Regione una mano importante a sostegno dei gialli di Nello Musumeci arriva dall’Udc. «Perché non Musumeci? – dice Decio Terrana, segretario regionale dei centristi di Cesa – Ha trovato una macchina impastoiata dalla precedente giunta e ha gestito un momento difficile come una pandemia senza precedenti. L’importante è non perderci attorno alle posizioni per poi arrivare divisi al voto». D’altra parte, la riconferma di Musumeci a palazzo d’Orleans abbasserebbe le pretese di Diventerà bellissima su Palermo, dove l’Udc punta forte sul suo di candidato, un altro assessore della giunta regionale, Roberto Lagalla. «L’Udc ha proposto e continua a proporre Lagalla – conclude Terrana – anche Micciché ha detto che sarebbe un ottimo candidato per Palermo. E penso che veramente possa fare ripartire la città. C’è stato un incontro tra i partiti del centrodestra a Roma, ma è stato aggiornato a dopo le feste. Se ne riparlerà. Dopodiché ci sarà un tavolo regionale dove decideremo tutte le altre candidature. Non bisogna perdere tempo». 

Tra i due assessori potrebbe tuttavia spuntarla la terza incomoda: Carolina Varchi, deputata alla Camera per Fratelli d’Italia che fa vacillare parte della coalizione sulla possibilità di avere tra le proprie fila la prima sindaca donna nella storia del capoluogo di regione. Un nome che potrebbe andare bene a Diventerà bellissima, visto anche l’avvicinamento recente di Musumeci, ma che andrebbe fatto accettare alla Lega, che in questo modo rischierebbe di fatto di rimanere fuori da ogni candidatura e a quel punto tenterebbe di imporre un proprio alfiere per la poltrona più importante di palazzo d’Orleans.


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