Resta in carcere Vanda Grignani, la 36enne che ha confessato di avere ucciso a coltellate il suo compagno Cristian Favara. «Non lo ha mai denunciato, ma ha documentato tutto», spiega il suo avvocato a MeridioNews. «La convivenza era solo per necessità di lui»
Omicidio a Trapani, convalidato l’arresto della convivente Esclusa premeditazione. «Può provare aggressioni subite»
Il giudice per le indagini preliminari di Trapani Samuele Corso ha convalidato l’arresto di Vanda Grignani, la 36enne che ha confessato di avere ucciso a coltellate il suo convivente Cristian Favara nel corso di una lite. «È stata esclusa la premeditazione – commenta a MeridioNews l’avvocato Diego Tranchida che la difende – che era stata contestata (dalla sostituta procuratrice Eleonora Sciorella, ndr) dopo l’acquisizione dei post pubblicati su Facebook». Contenuti social condivisi la sera del 30 ottobre, prima di compiere il delitto, in cui la donna sembra annunciare la volontà di compiere un gesto estremo: «Sono sola, questo essere mi ha portato all’esasperazione, questo pezzo di merda mi ha distrutto. Stasera farò qualcosa che non avrei mai pensato».
Adesso, è il suo avvocato a chiarire che «la mia assistita ha spiegato, facendo vedere anche dei segni ai polsi di precedenti atti di autolesionismo, che c’era in lei il pensiero di suicidarsi». Davanti al pm, Grignani aveva ricostruito di avere colpito Favara «per difendermi durante una lite, ero esasperata». Tra i racconti fatti al pubblico ministero anche quelli di alcune violenze che la donna avrebbe subito nel corso degli ultimi tre o quattro mesi, da quando, dopo oltre due anni, «la convivenza era diventata sempre più difficile e aggressiva – sottolinea l’avvocato – Non lo ha mai denunciato, ma le aggressioni di cui ha parlato sono documentabili con registrazioni fatte dalla mia assistita».
In quella casa del centro storico di Trapani, presa in affitto da Grignani anche con il supporto del reddito di cittadinanza, continuavano a vivere insieme «per necessità di lui che – aggiunge il legale – prendeva tempo per trovare un’altra abitazione». Un luogo in cui avrebbe potuto scontare la pena agli arresti domiciliari per i suoi precedenti penali legati alla droga e a un omicidio colposo. Anche lei – rimasta orfana di entrambi i genitori e con una figlia di 14 anni avuta da una precedente relazione e che adesso è stata affidata ai nonni paterni – ha già dei precedenti: Grignani, infatti, è stata accusata di omicidio per avere aggredito una persona con un coltello; reato che successivamente è stato derubricato in lesioni.