La procura di Agrigento ha avviato le indagini per identificare gli scafisti del peschereccio partito da Zuwara, in Libia, con a bordo 686 persone. L'ipotesi è che dietro il viaggio verso le coste italiane ci sia un'associazione dedita alla tratta degli esseri umani
Aperta inchiesta sull’ultimo sbarco a Lampedusa Possibile presenza di organizzazione criminale
La procura di Agrigento ha avviato un’inchiesta per identificare gli scafisti del peschereccio di 15 metri partito da Zuwara in Libia con a bordo 686 persone avvenuto la notte dello scorso 27 settembre a Lampedusa. L’ipotesi è che dietro il viaggio verso le coste italiane ci sia un’organizzazione criminale transnazionale, motivo per cui l’ipotesi di reato è quella di associazione a delinquere finalizzata al traffico di esseri umani. Sui fatti indagano la squadra mobile e la guardia di finanza. A coordinare l’attività investigativa, così come per il maxi sbarco del 28 agosto con 539 migranti, è il procuratore capo Luigi Patronaggio.
Per lo sbarco dei 539 migranti, lo scorso 10 settembre, vennero fermati cinque egiziani ritenuti i soggetti terminali di una organizzazione criminale operante in Libia e specializzata nell’organizzazione della tratta di esseri umani. In quell’occasione, secondo la procura di Agrigento, i cinque scafisti sono stati responsabili di violenze fisiche nei confronti dei migranti nel tentativo di mantenere l’ordine a bordo dell’imbarcazione.