Parlami dell’outfit dei matrimoni

Un confronto all’americana delle foto di un uomo negli ultimi dieci matrimoni dà risultati sovrapponibili, non solo sul piano dell’intelligenza espressiva, ma anche in chiave stilistica. 

Un uomo è, come nella vita, lo stesso del matrimonio precedente, ma con una cravatta diversa. Questa fiera dell’accessorio è, però, frutto della massima casualità. Un uomo, infatti, può arrivare a mettere la stessa cravatta in almeno due matrimoni, sempre in un campione rappresentativo di dieci.

Ma solo perché non ricorda quelle indossate nei precedenti. L’uomo è quindi, dal punto di vista estetico, soggetto al caso. Non ricordarsi come era vestito al matrimonio precedente, rende in definitiva impossibile preoccuparsi di come saranno vestiti gli altri uomini al matrimonio successivo. 

La frase «non ho nulla da mettermi», pronunciata da una donna davanti a un armadio pieno di vestiti, è invece pura retorica. Le donne indossano stati d’animo, e modi di essere, non pezzi di stoffa. Gli abiti le denudano agli occhi degli altri, dicono tutto di loro, stravolgendo il livello della competizione. Un vestito serve quindi a distinguersi da un’altra donna, a tirarsi i capelli davanti gli specchi dei bagni, non certo a produrre sguardi di ammirazione negli uomini: altrimenti, le donne andrebbero in giro con la maglia del Barcellona. 

I matrimoni le mettono le une contro le altre, consumando dialoghi ad alto tasso di ipocrisia, in cui tutto si minimizza per essere amplificato. «Ma che bello questo vestito». ‒ «Grazie, non è niente di che. L’ho preso con gli sconti in un negozietto a Taormina». «Anche le tue scarpe sono meravigliose». «Sei molto gentile. Ma sono solo dei sandali. L’ho comprati in una bancarella in Andalusia»

Non è vero niente. Ipocrite. Ognuna ha speso almeno 400 euro e pensa che l’altra sia vestita di merda. Le donne osservano, giudicano e, soprattutto, ricordano tutto: abiti, scarpe, borse, acconciature, cappelli, orecchini, braccialetti, collane, colori, trucchi, rossetto, smalto alle mani e ai piedi. Quest’eccitamento critico dell’attenzione verso le altre donne provoca un’ipereccitazione critica verso sé stesse. Ecco perché qualsiasi donna impiegherà almeno dieci matrimoni per dimenticare l’abito di un’altra donna. Ecco perché non indosserà mai lo stesso vestito in occasioni diverse. L’abito della sposa merita quindi un discorso a parte. Cinquemila euro per un preservativo di seta che indossi una sola volta, e poi lo butti nel cesso. Se lo dici a una donna, sei superficiale, rozzo, cinico: «Com’era il vestito della sposa?». ti chiede lei.  «Mah, bianco», ‒ rispondi tu. «Ma come bianco? Non vuol dire niente bianco», insiste lei. 

E questo perché, quando parli del colore di un abito da sposa con una donna, è come dipingere una parete. Non esiste in natura quello che pensavi fosse il bianco. Esistono solo le sue sfumature: bianco ottico, avorio, bianco panna, crema, perla, champagne, écru, bianco liquido seminale. Ma, ripeto, non esiste il bianco bianco.

_______________________

Questo pezzo è un estratto del libro La gente non stanno bene di Mattia Iachino Serpotta.


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

La notizia della morte di Ubaldo Ferrini ha aperto nella mia mente una caterva di finestrelle come pop-up. Finestrelle alle quali non saprei neanche dare un ordine preciso. Ricordi forse anche sbagliati (chiedo ai lettori di correggermi ove sbagliassi), ma di una cosa sono certo: questi pop-up sono uniti da un filo conduttore a cavallo […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]