Comunali 2022, iniziano le grandi manovre a sinistra Orlando torna nel Pd, Potere al popolo si tiene fuori

Parte da lontano la corsa alle elezioni amministrative del 2022 a Palermo, le prime senza Leoluca Orlando dopo dieci anni di governo della città. Se nel centrodestra gli equilibri sono ancora tutti da disegnare, con la Lega che questa volta dovrebbe avere un’importante voce in capitolo nell’economia delle scelte, a sinistra le acque hanno cominciato ad agitarsi già da qualche mese, dapprima guardando con interesse alle alleanze romane, con il modello del gruppo extraparlamentare Pd-M5s che nelle settimane è diventato qualcosa di più che un’idea, poi con l’adesione del sindaco Orlando al Partito democratico.

Un ritorno quello di Orlando tra le fila dei dem, compagine mai in verità ostile, come dimostra anche la strana geografia raggiunta in sala delle Lapidi, con il gruppo dei Pd rimasto saldamente all’interno dell’ormai minoranza dei consiglieri a sostegno del sindaco. Una mossa che incontra i favori non solo dei vertici provinciali e regionali del Partito, con Rosario Filoramo ed Anthony Barbagallo che hanno parlato di «forza trainante del centrosinistra» con riferimento all’esperienza del Professore, ma anche di Enrico Letta, che non ha tardato a manifestare pubblicamente il suo apprezzamento per la scelta di Orlando. «Dopo alcuni anni rinnovo la mia iscrizione al Pd – la spiegazione del sindaco di Palermo – Punto di riferimento importante alternativo alla destra, capace di tenere coesi diritti e doveri in base a una visione che mette al centro la persona e afferma i principi di comunità».

E a proposito di Pd, la possibilità che si scelga il nome del candidato tramite primarie spinge nuovamente verso i democratici anche Ninni Terminelli, che dello stesso Pd è stato segretario provinciale fino al 2010. «Leggiamo con piacere che il Pd compie finalmente l’atto di apertura alle primarie per scegliere il candidato a sindaco di Palermo – dice l’avvocato e leader del movimento La Sicilia delle Idee, che da mesi è già al lavoro in ottica 2022 – Sono pronto a partecipare per rappresentare il punto di vista del civismo della sinistra ambientalista e dei diritti. I partiti da soli, senza l’altra politica, non ce la fanno. Noi siamo pronti a fare la nostra parte».

Un quadro che dunque inizia a delinearsi, ma a cui mancano ancora dei tasselli fondamentali. Anzitutto il Movimento 5 Stelle, che non ha ancora sciolto le riserve, nonostante il nuovo corso targato Giuseppe Conte faccia trasparire una certa propensione verso il campo largo, nonostante il nodo a Palermo resti la discontinuità con la visione amministrativa del sindaco. E poi c’è Sinistra Comune, partito cardine per le amministrazioni di Orlando, che – così come nel caso del M5s, qualora dovesse entrare in coalizione – vorrà certamente dire la sua sulle scelte e soprattutto sulla scelta del candidato. 

Chi si mantiene invece distante dal nuovo assetto a trazione Pd è Potere al Popolo, che prepara il terreno per un proprio radicamento sul campo, pur non considerando di vitale importanza la partecipazione all’agone elettorale. «Dopo quasi un quarantennio di protagonismo – spiegano i vertici del partito – Tornano a farsi vivi i soliti nomi e viene riproposta la formula, cooptata dal quadro nazionale, di un campo largo progressista. Crediamo che le iniziative proposte fino a questo momento, che vertono attorno a questo concetto, abbiano il limite di non partire da un bilancio crudo dell’azione delle due ultime sindacature di Orlando e del ruolo avuto dalle forze politiche che hanno sostenuto queste esperienze in questi anni. Invece noi riteniamo che nella nostra città, in tutti questi anni, ci siano sì stati dei cambiamenti, ma non sull’aspetto che riteniamo centrale: la lotta contro la povertà e per l’inclusione sociale».


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