Covid-19, sindaco di Lampedusa attacca la Regione «Pochi tamponi, così non ha senso la zona rossa»

«Ci sentiamo abbandonati dalla Regione. Se non riescono a garantire la sanità pubblica su un’isola minore, allora significa che si dovrebbe ripensare tutto da capo». A parlare a MeridioNews è il sindaco di Lampedusa Totò Martello, che ieri ha ricevuto la comunicazione da parte del personale dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca) che nell’isola non si effettuerebbero più i test molecolari. «Il responsabile dell’Usca ha riferito che al momento si possono effettuare solo i tamponi rapidi – osserva Martello – Il molecolare ci darebbe più garanzie per il tracciamento. Chi è sbarcato stamattina (ieri, ndr) a Lampedusa è in quarantena». 

Attualmente l’isola più grande delle Pelagie, che risponde alle disposizioni dell’Azienda sanitaria di Palermo, è in zona rossa, con 45 positivi su 6500 abitanti. Lampedusa, inoltre, è l’isola minore più lontana dalla Sicilia. Anche per questo, alla luce dell’elevato pericolo sanitario e del rischio di non poter garantire il necessario sostegno davanti alla presenza di importanti focolai, Martello lo scorso 15 aprile ha emanato un’ordinanza con cui ha specificato alcune direttive da seguire per coloro che provengono, dall’estero, da zone rosse o arancioni, ma anche per chi si sia allontanato dall’isola da più di quattro giorni. Per i soggetti che rientrano nei casi interessati è possibile scegliere di sottoporsi all’isolamento fiduciario di dieci giorni. Tuttavia, sempre da quanto indicato nell’ordinanza del primo cittadino, chiunque volesse evitare la quarantena potrebbe sottoporsi a un primo tampone rapido per poi ripeterlo dopo il quinto giorno. Può evitare l’isolamento o ripetere il secondo tampone chiunque sia  in possesso di un test molecolare fatto non oltre le 48 ore precedenti. Infine la possibilità di sottoporsi a un tampone molecolare, ma a proprie spese.

Mentre è maturata da pochi giorni la possibilità di una campagna di vaccinazione di massa per gli abitanti delle isole minori siciliane, a Lampedusa, secondo gli ultimi dati diffusi dal sindaco, sono stati immunizzati 800 residenti su una popolazione vaccinabile di 4500 unità. Nel contempo si fa i conti anche con gli sbarchi: ieri 45 migranti tunisini – compresi 21 minori – sono arrivati nell’isola e, dopo una prima verifica medica, sono stati ospitati nell’hotspot di contrada Imbriacola, dove al momento si trovano 65 persone.

«Si parla tanto di estate Covid free, ma a questo punto è solo propaganda: la verità è che noi siamo stati dimenticati – sostiene Martello – A questo punto l’istituzione della zona rossa è inutile: se da domani continueranno a non potersi effettuare tamponi molecolari, sono deciso a presentare un esposto in procura per interruzione di pubblico servizio». Alle parole di Martello risponde Renato Costa, commissario Covid dell’Asp di Palermo. «A Lampedusa è possibile fare il tracciamento – replica Costa – Visto che i test molecolari di solito vengono effettuati dall’Usca esclusivamente nei casi di soggetti che sono nella propria abitazione in quarantena perché risultati postivi o perché sono stati a contatto con qualcuno che ha avuto il virus. Dal canto nostro stiamo garantendo il tracciamento». Sulle possibili azioni giudiziarie del sindaco, Costa taglia corto. «Il sindaco può scegliere di intraprendere qualsiasi scelta – commenta – Non ho interlocuzioni con lui». 


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