L’idea di usare Ipab in crisi per accogliere migranti La proposta del lombardiano ex assessore di Cuffaro

Usare le Ipab per accogliere i migranti, rivolgendo il carattere di assistenza insito nelle prime verso un settore tanto discusso quanto costantemente alla ricerca di soluzioni in grado di gestire i flussi provenienti da Medio Oriente e Africa. Nella consapevolezza che il tratto di beneficenza che ha caratterizzato gli istituti sin dalla loro comparsa, un secolo fa, potrebbe usufruire dei fondi che lo Stato e l’Europa mettono a disposizione. Negli ultimi mesi, l’idea ha serpeggiato tra gli uffici dell’assessorato alle Politiche sociali e i tanti uffici sparsi per la Sicilia, per amministrare gli oltre 130 enti che, in molti casi, hanno beni immobiliari e poca attività oppure vivono crisi finanziarie da cui è praticamente impossibile uscire. Anche per questo, da anni, all’Ars si parla di una riforma che trasformi le Ipab in soggetti di diritto privato o aziende pubbliche di servizi alla persona. 

L’iter legislativo, tuttavia, ha registrato diversi intoppi e così, nell’attesa che si partorisca la riforma, c’è chi ha proposto di facilitare il processo di estinzione delle Ipab, così come previsto dalla legge del 1986 che li disciplina. Un ddl del deputato Carmelo Pullara – annunciato all’Ars a settembre e attualmente in prima commissione – prevede che all’estinzione delle Ipab il personale dell’ente passi sì al Comune in cui ricade, ma che il carico economico di queste nuove assunzioni sia finanziato dalla Regione, nel caso in cui le casse comunali non consentano ulteriori esborsi e in attesa della legge di riordino

Stando, però, a quanto verificato da MeridioNews, un’ulteriore soluzione è stata ipotizzata nell’attesa dei tempi – tradizionalmente non celeri – della politica. Ed è proprio quello di mettere a disposizione i locali delle Ipab per ospitare centri d’accoglienza straordinaria per migranti. Meglio conosciuti con l’acronimo Cas. Un caso concreto si è verificato nelle settimane scorse in provincia di Catania, dove la prefettura ha indetto una gara d’appalto per la realizzazione di una serie di centri per una capacità massima di quattrocento posti. Quattro i lotti in cui è stata divisa la provincia, per un valore complessivo dell’appalto di quasi cinque milioni. Che, al netto dell’Iva, potrebbero diventare più di otto nel caso di proroghe tecniche. Sulla carta, infatti, la gestione dei Cas dovrebbe durare 12 mesi rinnovabili, con una scadenza certa fissata al 31 dicembre 2021 ma al contempo – e le tempistiche lo suggeriscono – la possibilità di continuare il servizio, nell’attesa di chiudere le procedure per i nuovi affidamenti. 

L’apertura delle buste è iniziata mercoledì. Tra le offerte mancanti, ma solo per una questione di tempo per presentarla, c’è quella della Ippocrate, cooperativa ennese amministrata da un vecchio volto della politica regionale: Paolo Colianni, l’ex assessore di Totò Cuffaro e poi deputato con Raffaele Lombardo. La società, attiva in tutta l’isola e non solo nel settore dell’accoglienza e della formazione, aveva pensato di proporre come soluzione logistica quella di usufruire di due Ipab della provincia. La prima è l’Oasi Cristo Re di Acireale, che da qualche anno ha chiuso i battenti e da molto di più non paga gli stipendi ai lavoratori, mentre la seconda è l’Istituto Ardizzone Gioeni di Catania. MeridioNews ha verificato che i rispettivi commissari – Rodolfo Crisafulli e Giampiero Panvini – a inizio novembre avevano ammesso di apprezzare la proposta di Colianni, sottolineando la disponibilità a un confronto per stabilire i rapporti tra le parti e la possibilità di condividere l’iniziativa anche da un punto di vista gestionale. Tuttavia i tempi risicati per presentare l’offerta – la scadenza era fissata per l’8 novembre – hanno fatto congelare la trattativa. 

«Era un discorso appena iniziato, nulla di stabilito quindi non ci sono dettagli di cui parlare», ha chiosato a MeridioNews Panvini, in merito all’interesse dell’Ardizzone Gioeni nei confronti della proposta di colui che, proprio da assessore regionale alle Politiche sociali, venne criticato per avere nominato il fratello commissario di un Ipab. Per Rodolfo Crisafulli, che in tema di fratelli può vantare il più noto Mirello, la possibilità di usare gli istituti pubblici di assistenza e beneficenza per accogliere i migranti potrebbe essere un’opportunità. «Si potrebbero impiegare parte dei dipendenti che hanno mantenuto il rapporto di lavoro ma che non percepiscono da anni lo stipendio – commenta il commissario dell’Oasi Cristo Re – Io in questa struttura ci sono stato già una volta, tanti anni fa, e a vederla chiusa piange il cuore».


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