L'assessorato alle Infrastrutture ha pubblicato, come ogni anno, l'aggiornamento all'anagrafe chiesta dal ministero. All'interno ci sono lavori che risultano in dirittura d'arrivo e altri che hanno subito lo stop poco dopo l'avvio. Non mancano i casi curiosi
Opere incompiute, in Sicilia la Regione ne conteggia 134 Numero cala, ma dall’elenco spariscono progetti mai finiti
Centotrentaquattro. È questo il numero di opere incompiute di interesse regionale presenti in Sicilia. Il numero è certificato dall’ultimo aggiornamento dell’anagrafe, pubblicato dall’assessorato alle Infastrutture nei giorni scorsi. Un elenco che, secondo le norme in vigore, andrebbe diramato ogni anno entro il 30 giugno e che ha finalità anche statistiche in un settore che rappresenta uno dei talloni d’Achille della pubblica amministrazione. Tra lungaggini burocratiche, ombre nell’aggiudicazione degli appalti e soldi che sembrano non bastare mai. Di recente i lavori pubblici sono tornati al centro del dibattito per le deroghe temporanee al codice dei contratti introdotte dal decreto Semplificazioni.
Il lungo elenco di incompiute, che fotografa la situazione al 2019, comprende opere i cui lavori sono stati indetti da diverse stazioni appaltanti. Soprattutto Comuni, ma anche Istituti autonomi case popolari (Iacp), ex Province e la stessa Regione Siciliana. Si va dai lavori di sistemazione delle strade alle reti fognarie, dal completamento di immobili destinati alla collettività alla costruzione di case popolari, dalle strutture sportive alle bibliotche comunali. L’ampia varietà si riscontra anche per quanto riguarda il punto in cui i lavori sono stati interrotti: si va da opere la cui percentuale di realizzazione risulta essere pressoché vicina al traguardo finale – il 97,08 per cento dello stralcio del progetto per la rete fognaria di Spadafora o l’impianto di depurazione a Castell’Umberto (94,50 per cento) – ad altre in cui, stando alle tabelle della Regione, lo stop è arrivato poco dopo l’avvio dei cantieri. Questo, per esempio, è il caso di una cinquantina di alloggi popolari tra Melilli e Palermo. Nella colonna concernente lo stato dell’opera incompiuta, ci sono anche casi in cui le stesse vengono così classificate perché «i lavori, ultimati, non sono stati collaudati nel termine previsto in quanto l’opera non risulta rispondente a tutti i requisiti previsti dal capitolato e dal relativo progetto esecutivo».
Confrontando i dati del 2019 con quelli riguardanti il 2018, si scopre che con l’ultimo aggiornamento l’elenco delle incompiute si è ridotto di 21 voci. Nello specifico, sono quasi una trentina quelle presenti nella lista pubblicata l’anno scorso e che adesso non compaiono più. Sette, invece, sono i nuovi ingressi. Nel complesso, quindi, si direbbe che il quadro generale registra comunque un segno positivo, una ripartenza insperata nella capacità di portare a compimento le opere finanziate con i soldi pubblici. In realtà, però, la situazione sembra essere un po’ diversa e lo si scopre guardando ai singoli territori. Tre i casi emblematici.
Tra le 155 incompiute del 2018 c’è anche la piscina comunale coperta di Pachino. Il progetto vale diversi milioni di euro ma si è fermato a una percentuale di lavori eseguiti di poco superiore al 18 per cento. Nell’aggiornamento pubblicato nei giorni scorsi, la piscina – la cui storia travagliata risale a inizio secolo – non c’è più. Ma gli ottimisti che potrebbero pensare che, in solo un anno e nonostante il Covid, si sia fatto tutto ciò che finora non era stato eseguito rimarrebbero delusi. Discorso simile anche per il parcheggio multipiano di piazzale Rosselli ad Agrigento. Anche in questo caso parliamo di un’opera che nell’ultimo decennio è stata al centro dell’attenzione, con tanto di grane, poi rientrate, relative a un’interdittiva antimafia. Ciò che è sicuro è che l’opera non è stata mai ultimata anche se nell’ultima anagrafe del parcheggio non c’è più traccia. Lo stesso vale per la casa albergo per anziani a Maletto.
Ma c’è anche un caso totalmente diverso: l’ultimo aggiornamento certifica che tra le incompiute restano i lavori di integrazione idropotabile dell’abitato di Belpasso, nel Catanese, comprensivi di opere di adduzione e accumulo. Tra il 2018 e il 2019, l’opera è passata dal 36,51 per cento di completamento al cento per cento anche se non risulta ancora fruibile. Tuttavia, a non saperne nulla è l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Daniele Motta. «Negli ultimi dodici mesi non ci sono stati lavori di questo tipo nel nostro territorio – dichiara il primo cittadino a MeridioNews – Il progetto, peraltro, non risulta nel nostro piano triennale delle opere pubbliche. Forse risale a molti anni fa».