La droga chiamata con il colore del manto dei cavalli Spaccio dai domiciliari e gruppi in cerca di autonomia

Il colore dello stupefacente associato a quello del manto dei cavalli. Così gli arrestati di oggi nell’ambito dell’operazione Varenne (che prende il nome da un importante cavallo da corsa) usavano, per esempio, il termine «sauro» per riferirsi all’hashish. Un cavallo dal tipico manto castano per indicare la droga di colore marrone. Un linguaggio mutuato dalla passione per gli equini e dal suo lavoro nel settore dell’ippica del palermitano Giovanni Pasqua, il personaggio centrale dell’intera indagine da cui i gruppi di spacciatori siracusani si sarebbero riforniti. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati complessivamente 73 chili di hashish e 171 grammi di cocaina. Dal giro d’affari i militari hanno stimato un introito che si aggira attorno ai 350mila euro

Osservazioni, controlli, pedinamenti, analisi di immagini di telecamere di videosorveglianza, intercettazioni telefoniche e ambientali. Così le indagini, avviate nell’agosto del 2018, hanno consentito di disarticolare un gruppo dedito allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana nel capoluogo aretuseo con canali di approvvigionamento a Catania e Palermo. Oggi sono stati eseguiti dodici provvedimenti cautelari (dieci in carcere e due divieti di dimora nella provincia di Siracusa). Tutto comincia, nell’estate di due anni fa, con l’arresto in flagranza di Salvatore Di Fede  detto il pelato – trovato in possesso di circa nove chili di hashish

Di Fede, nonostante fosse agli arresti domiciliari, sarebbe riuscito ad acquistare e rivedere grosse partite di hashish e cocaina con il sostegno di Claudio Barone (pure quest’ultimo avrebbe portato avanti l’attività dai domiciliari anche andando nel capoluogo palermitano) e Massimo Toromosca (soprattutto nel ruolo di corriere). Stando a quanto emerso dalle indagini, il pelato avrebbe utilizzato due canali per l’approvvigionamento dello stupefacente: quello palermitano di Pasqua e quello catanese di Rosario Sicurella.

Dalle indagini, è poi emerso un secondo piccolo gruppo parallelo di spacciatori composto da Sebastiano Galeota, Giuseppe Bronzo e Giuseppe Greco. Questi ultimi, dopo essersi affrancati e avere guadagnato l’indipendenza nel mondo dello spaccio, avrebbero cominciavano ad approvvigionarsi in
maniera autonoma dagli stessi fornitori di Di Fede. Inoltre, sono stati individuati anche soggetti che si sarebbero riforniti da Pasqua per operare poi in forma autonoma. Si tratta di
Francesco Paolo Zuccarello, Daniele Alì e Campanella Francesco

Gli arrestati finiti in carcere
1. Salvatore Di Fede (classe 1974);
2. Claudio Barone (classe 1983);
3. Massimo Toromosca (classe 1974);
4. Francesco Paolo Zuccarello (classe 1971);
5. Daniele Alì (classe 1986);
6. Sebastiano Galeota (classe 1978);
7. Giuseppe Bronzo (classe 1979);
8. Francesco Campanella (classe 1988).
Sottoposti alla misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Siracusa
1. Giovanni Pasqua (classe 1968);
2. Rosario Sicurella (classe 1978).
Risultano attive le ricerche su un altro soggetto che, al momento, si è reso irreperibile.


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