Chiude Rinascente, polemiche, scioperi e un sit-it In campo anche le autorità: «C’è tensione sociale»

La Rinascente di via Roma ha comunicato ai propri dipendenti la data entro la quale, se non si sbloccherà la questione relativa all’immobile di via Roma, chiuderà i battenti. La deadline è stata fissata per il 31 di settembre, quando l’azienda getterà definitivamente la spugna dopo un anno di trattativa volta a ottenere la riduzione di un affitto ritenuto troppo caro, ben oltre il valore di mercato dell’immobile: due milioni e 400mila euro all’anno, canone che è rimasto invariato dal 2011 a oggi. Oggi e domani i lavoratori, circa un centinaio di persone, saranno in sciopero, ma non sono gli unici ad avere a cuore il problema.  

Alle 12 infatti è previsto anche un sit-in in piazza san Domenico, a cui prenderanno parte anche le istituzioni, con il presidente del consiglio comunale, Totò Orlando e il presidente della commissione Attività produttive Ottavio Zacco che ieri hanno invitato formalmente tutti i colleghi di sala delle Lapidi a unirsi alla manifestazione. Intanto Leoluca Orlando ha scritto a Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico e Nunzia Catalfo, ministra del lavoro, per chiedere la convocazione di un tavolo congiunto di crisi che riesca a mettere d’accordo Rinascente e Fabrica Immobiliare Sgr, società romana che si occupa di gestioni di proprietà immobiliari per conto di terzi, tra cui Inarcassa.

«Si è determinata, un’ansiogena tensione sociale – scrive il sindaco – poiché le conseguenze di questo mancato accordo hanno delineato la trama di un possibile disimpegno del Gruppo Rinascente dalla città, facilitato dalla crisi che colpisce il settore commerciale a seguito della pandemia».

E da Roma si muove anche Davide Faraone, capogruppo in Senato di Italia Viva, che ha presentato un’interrogazione al governo, oltre a chiedere anche lui la costituzione del tavolo tecnico a Patuanelli. «Dalle parole dell’amministratore delegato di Rinascente, Pierluigi Cocchini, si evince la disponibilità a cercare ancora un possibile accordo prima della formale scadenza del contratto – dice Faraone – Occorre quindi mettere tutti attorno a un tavolo e trovare una soluzione che consenta al gruppo di poter continuare ad operare a Palermo e dare quindi certezze ai lavoratori. Sarebbe paradossale assistere alla chiusura di grandi gruppi a Palermo proprio mentre il governo mette in atto politiche di sostegno per Sud. Imprese e lavoratori stanno al centro delle nostra ricetta per far ripartire il Sud ed è per questo che faremo di tutto affinché questa vertenza si risolva positivamente». 

Ma secondo i sindacati, dietro alla possibile chiusura, ci sarebbe di più. «L’obiettivo di Fabrica Immobiliare – dicono da Filcams Cgil e dalla Uiltucs Sicilia – sembrerebbe l’acquisizione della licenza commerciale senza i dipendenti, siamo consapevoli che la chiusura della Rinascente, inevitabilmente dequalificherebbe la zona di via Roma con pesanti ripercussioni sia sulle attività commerciali limitrofe e sia su quelle turistiche e alberghiere, attività che in questi anni sono state sicuramente valorizzate dalla presenza dello store Rinascente che funge da volano commerciale per l’intera zona di Via Roma e dintorni». 


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