Altri sbarchi di migranti nella notte, sindaci in rivolta Intanto il Viminale cerca una nave per la quarantena

Proseguono gli sbarchi di migranti in Sicilia. Tre imbarcazioni con a bordo complessivamente 130 persone sono state soccorse la notte scorsa a largo di Lampedusa dalle motovedette della Guardia costiera. Il gruppo subito dopo è stato trasferito nella struttura di contrada Imbriacola, già al collasso con oltre 800 migranti all’interno a fronte di una capienza massima di un centinaio di persone. E proprio per alleggerire l’hotspot sono stati disposti diversi trasferimenti. Intanto Alarm Phone ha segnalato una barca in difficoltà con 17 migranti, tra cui tre bambini a bordo, in pericolo al largo della Libia. «Le persone sono nel panico non hanno potuto darci coordinate corrette – si legge – Le autorità sono informate e devono cercarle». Sul fronte dei trasferimenti stesso copione di Lampedusa a Porto Empedocle, dove ieri pomeriggio poco più di cento migranti sono scappati dalla tensostruttura allestita dalla Protezione civile lungo la banchina del porto della cittadina in provincia di Agrigento.

Secondo le ultime notizie sono 320 i migranti trasferiti dalla provincia di Agrigento ai centri d’accoglienza del Lazio. Altri 200 partiranno alla volta del Piemonte. La struttura di Porto Empedocle dunque dovrebbe essere decisamente alleggerita dopo che ieri aveva toccato punte di 520 ospiti. Numeri da capogiro, come evidenziato dalla sindaca del Movimento 5 stelle Ida Carmina, se rapportati alla capienza massima. Dopo una notte intera di ricerche le forze dell’ordine hanno rintracciato circa 50 persone. Alcuni migranti invece sono tornati spontaneamente dopo essere stati avvistati dai connazionali che era stato pianificato il loro trasferimento. Situazione delicata anche a Caltanissetta. Domenica pomeriggio 184 migranti hanno lasciato il Cara di Pian del Lago, struttura a cinque chilometri dal centro del capoluogo nisseno. Al momento risultano ancora irreperibili 44 persone.

Il fronte più caldo è quello con la Tunisia. Ieri la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha incontrato il presidente Kaïs Saïed. Auspicando maggiori controlli lungo le coste del Paese africano ha parlato anche di «rischio sanitario». Secondo i dati forniti dal Viminale dall’inizio del 2020 in Italia sono approdate 12.533 persone. Di queste 4537 hanno dichiarato nazionalità tunisina. Poi ci sono coloro che partono dal Bangladesh (1786) e dalla Costa d’Avorio (799). Rispetto allo stesso periodo degli anni passati si registra il segno più confrontando i numeri del 2019 quando gli arrivi nei primi sette mesi furono 3599, mentre nel 2018 erano stati di più (18380). Per rafforzare il controllo del territorio la ministra Lamorgese ha annunciato una missione militare per le zone sensibili e l’utilizzo di una nave passeggeri da destinare ai migranti. Ipotesi quest’ultima che non trova d’accordo la sindaca di Porto Empedocle.

Dopo che i primi tre bandi sono andati deserti, scadrà domani alle 12 il termine per la presentazione della manifestazione di interesse da parte degli operatori economici che vorranno mettere a disposizione del Viminale la nave dove fare svolgere il periodo di quarantena ai migranti che sbarcano. Il valore dell’appalto sfiora i cinque milioni di euro. L’unità navale, italiana o comunitaria, dovrà avere da 285 a 460 cabine per ospitare tra 250 e 400 migranti, per un periodo di 92 giorni. La durata dell’appalto è fino al 31 ottobre 2020. La procedura di affidamento del servizio, si legge nel bando, «sarà svolta con termini abbreviati consoni al contesto emergenziale, tramite procedura negoziata previa pubblicazione del presente avviso, da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa».


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