Il 40enne tunisino Fadhel Moncer era già stato indagato nell'ambito dell'operazione Barbanera, insieme ad altre 13 persone, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e contrabbando di tabacchi. Guarda il video
Sequestro da 1,5 milioni a trafficante di persone Era a capo del gruppo sulla rotta Tunisia-Sicilia
Oltre 1,5 milioni di euro tra aziende, immobili e disponibilità finanziarie sono state sequestrate a Fadhel Moncer, il 40enne tunisino che nel gennaio del 2019 era stato coinvolto nell’operazione Barbanera insieme ad altri 13 indagati. Dalle indagini Moncer era risultato a capo di un sodalizio criminale dedito al
favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi
lavorati esteri, costituito da cittadini tunisini e italiani operanti tra il Nord Africa e le
province di Trapani, Agrigento e Palermo.
Nel 2012, inoltre, Moncer era già stato arrestato per avere detenuto armi ed esplosivi. Nel biennio 2017-2019 monitorato dalle investigazioni, l’associazione a delinquere
capeggiata da Moncer ha dimostrato di disporre di una solida e radicata struttura
organizzativa e di adeguate risorse umane e materiali. Innanzitutto molte barche per le traversate sulla rotta marittima dalla Tunisia alla
Sicilia su cui trasportare persone e tabacchi di contrabbando. Per ogni viaggio, i migranti avrebbero pagato tremila
euro.
Dagli accertamenti richiesti dalla procura di Palermo, ed effettuati dal Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza, è emersa una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati da Moncer. Sulla base di questo, il tribunale di Trapani ha disposto il sequestro di un
immobile, due aziende, terreni a Marsala e Mazara del Vallo, un’autovettura e disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a circa 1,5
milioni di euro.
Una delle due imprese sequestrate opera nel settore agro–alimentare, mediante
la coltivazione in serra di prodotti stagionali, su terreni estesi per circa due ettari.
La seconda impresa ha esercitato l’attività di ristorazione in una zona centrale di Mazara
del Vallo fino al sequestro avvenuto a conclusione dell’operazione Barbanera: l’azienda, ancora sotto sequestro, è affidata in gestione a
un’impresa terza su autorizzazione dell’autorità giudiziaria.