Cassa integrazione, Musumeci blinda assessore Scavone «Dimissioni? Dovrei darle io, ma non vi do questo sazio»

«Le dimissioni dell’assessore Scavone? Se qua c’è qualcuno che si deve dimettere per responsabilità politica allora sarei io, ma questo sazio non ve lo do. È il direttore generale che deve rispondere del mal funzionamento delle strutture e responsabilmente lo ha fatto». Il presidente Nello Musumeci blinda l’esponente autonomista della sua giunta, Antonio Scavone, nonostante il flop della cassa integrazione in deroga, attesa ancora da 137mila dipendenti siciliani su un totale di 140mila che ne hanno fatto richiesta. 

In una videoconferenza stampa Musumeci e Scavone provano a fornire alcuni elementi di chiarezza sulla vicenda. «Vindigni ha lavorato al dipartimento Lavoro solo per qualche settimana, è persona perbene, ma si è trovato lì nel momento sbagliato. Ha fatto bene a lasciare, tornerà a dirigere l’ufficio di Ragusa». La testa del direttore generale è caduta dopo le polemiche sul bonus da dieci euro a pratica con cui pagare i 140 dipendenti dei centri per l’impiego che stanno istruendo la Cig in deroga. Un bonus che, nella proposta dei sindacati, avrebbe dovuto sostituire il pagamento degli straordinari. Sull’eventuale accordo trovato tra gli stessi sindacati e gli uffici regionali, Musumeci e Scavone glissano. «Quell’accordo alla giunta non è mai formalmente arrivato. lo sapeva solo il direttore Vindigni» dice il presidente della Regione, che chiede scusa per i ritardi. «La colpa di tutto quello che è accaduto è mia dal punto di vista politico. Chiedo scusa ai destinatari e vi assicuro che stiamo recuperando nel più breve tempo possibile, per darvi serenità». 

Ma subito dopo il contrattacco. «Queste cose accadono solo in Sicilia? Chi lo dice è bugiardo, è tutto il sistema che non funziona. Siccome siamo usciti bene dal coronavirus dal punto di vista sanitario, questo della Cig diventa tema per iene e sciacalli. Se avessimo avuto più morti, il tema sarebbe passato in secondo piano». Tuttavia, sono i numeri pubblicati dall’Inps a dirlo, la Sicilia rimane tra le regioni dove meno dipendenti hanno ricevuto la cassa integrazione in deroga. 

«Abbiamo trattato 27.400 pratiche in dieci giorni, su un totale di 40mila pratiche. In teoria siamo oltre il 50 per cento, ma in pratica no. Perché mancano due passaggi». Quelli della comunicazione della pratica all’Inps e del pagamento da parte dell’ente di previdenza. Musumeci ammette il peccato originale della piattaforma informatica scelta dalla Regione siciliana, rivelatasi inadeguata e farraginosa. «È stata adottata la piattaforma sbagliata», taglia corto. Per poi, sollecitato dalle domande dei giornalisti collegati, precisare: «È stata realizzata dalla società Ett, che è contrattualizzata con la Regione. È stata quasi una necessità, perché in condizioni di urgenza era la procedura più celere». Sono serviti, però, 15 giorni per attivare la piattaforma e altri 15 per far partire i centri per l’impiego. «Non sapevo – continua Musumeci – che fosse la stessa società dei fallimentari click day sotto Crocetta». 

Stesse argomentazioni usa l’assessore Scavone. Chi ha scelto questa società e perché? «Non ci occupiamo di aspetti gestionali, i dipartimenti si prendono la responsabilità. Si tratta di aspetti tecnici su cui non posso e non voglio esprimermi. La Ett ha un contratto per altri sette mesi. Penso che dopo, a prescindere da questa vicenda, la Regione debba ottimizzare nuove possibilità che il mercato offre». Quindi Scavone fa sapere che delle 39mila imprese ad aver presentato richiesta di Cig in deroga, ce ne sono quattromila artigiane che hanno sbagliato, «per loro c’è un altro strumento previsto dal decreto». «Veniamo aggrediti per un tranello giornalistico – attacca Scavone, tornando così a denigrare il lavoro della stampa – mentre nessuno parla del fatto che gli stessi centri per l’impiego siciliano sono quelli che hanno trovato un lavoro a 18.500 percettori di reddito di cittadinanza. Siamo i primi in Italia».

Un passaggio quindi sull’altro tema della conferenza stampa: i fondi destinati dalla Regione ai Comuni per i più bisognosi. «Abbiamo impegnato cento milioni – dice Musumeci – di cui i primi 30 col fondo sociale europeo. Non è denaro del nostro bilancio su cui decidiamo i modi di erogazione. Ce lo dà l’Europa che vuole che venga gestito dentro determinanti parametri. Lacci e lacciuoli, ma è così. Su 390 comuni, 320 hanno firmato la convenzione. Di questi, 297 hanno ricevuto l’erogazione. Che non significa spenderla. Non c’è premura perché dopo alcune ore è uscita la notizia che anche il governo nazionale dava risorse ai comuni, 300 milioni per tutta Italia. Lo Stato non ha i limiti operativi e normativi che abbiamo noi. Quindi – conclude – i Comuni hanno incassato e hanno fatto fronte con questo. Quando queste risorse finiranno, useranno quelle della Regione già nella loro disposizione».


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