Caos maggioranza tra vitalizi, voto segreto e rifiuti Ma è già conto alla rovescia per la parifica di bilancio

Il conto alla rovescia è ormai iniziato: tra 28 giorni la Corte dei Conti si esprimerà sul bilancio 2018 della Regione Siciliana nella relazione di parifica e da quel momento sarà una corsa contro il tempo per arrivare entro fine anno all’assestamento di bilancio, sulla base di quanto messo nero su bianco dalla magistratura contabile. È (anche) in vista dell’appuntamento del 13 dicembre che in molti, dalle parti del Palazzo, cominciano a dubitare che si possa stare dentro i tempi, decisamente troppo stretti. 

La riforma dei rifiuti resta sostanzialmente a mollo, almeno per il momento. Martedì scorso la seduta di sala d’Ercole è saltata quasi in sordina. L’Aula, riconvocata per lo scorso mercoledì, si è chiusa con un nulla di fatto e con l’annuncio del presidente Gianfranco Micciché della convocazione della commissione regolamento per affrontare la questione dell’abolizione del voto segreto, quantomeno per le riforme e le leggi di bilancio. Anche perché resta in piedi l’aut-aut lanciato da Musumeci, che ha detto con chiarezza che il governo non tornerà a Sala d’Ercole senza l’abolizione dello scrutinio segreto (mercoledì, in realtà, a fare le veci del governo in Aula era presente Toto Cordaro). Ma Micciché, nel tentativo di trovare una convergenza coi 5 Stelle sullo stop al voto segreto, ha anche incardinato il disegno di legge sul taglio ai vitalizi. Contestualmente, la presidente della commissione Ambiente, Giusy Savarino, ha fatto sapere che avrebbe avuto bisogno di tempo – fino a martedì prossimo – per esaminare la parte di emendamenti di merito dell’organismo che presiede, a proposito della riforma dei rifiuti.

La carne al fuoco, insomma, è veramente tanta. Vitalizi, abolizione del voto segreto, riforma dei rifiuti. Con una maggioranza nel caos più assoluto. E con la spada di Damocle della parifica ormai alle porte. Anche ieri tra i corridoi dell’Ars è calato il silenzio. Che, però, non cela il nervosismo nell’aria, confermato anche dal retroscena dell’incontro tra il governatore, Nello Musumeci, e i vertici della Coldiretti, ieri a margine della manifestazione di piazza a Palermo. 

Probabilmente è anche alla luce degli equilibri troppo liquidi e troppo instabili che qualcuno, tra i vicinissimi del governatore, gli suggerisce da un po’ di tempo la via del ritorno alle urne, forti del vento in favore che la destra ha in tutti i sondaggi. Uscire dall’impasse sparigliando le carte, ringraziando e uscendo con eleganza. Senza neanche sbattere la porta. «Tanto Nello verrebbe rieletto subito», sussurrano dalle retrovie. In realtà, dalle parti degli alleati del governatore, in molti si dicono pronti a scommettere che in un eventuale ritorno al voto, la candidatura di Musumeci sarebbe tutt’altro che scontata. Intanto perché la Lega, non è un mistero, altrove come nell’Isola, punta ad avere candidati propri. E poi per i rapporti non proprio serenissimi con Fratelli d’Italia, diventata la casa dell’ex vicinissimo di Musumeci, Raffaele Stancanelli. Insomma, la via delle dimissioni e del ritorno al voto potrebbe non essere per il governatore lineare come alcuni dei suoi suggeriscono. 

Quel che è certo è che Musumeci dai deputati della coalizione pretende che mettano la faccia nelle loro scelte e sul voto segreto sarebbe irremovibile, come sottolineato anche martedì sera nel corso di una giunta convocata anche per fare il punto sugli equilibri politici. Intanto la società esterna incaricata dal governatore di fare chiarezza tra i residui attivi e passivi del bilancio prosegue il lavoro alla lente d’ingrandimento. Ogni somma recuperata sarà preziosa: se le indiscrezioni dovessero trovare conferma il prossimo 13 dicembre, sarà davvero una parifica di lacrime e sangue.


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