Niscemi si salva dall’isolamento solo grazie al volontariato Dopo 8 anni impegni di Regione e ministero lettera morta

Un paese di 27mila anime a rischio isolamento. Tre strade collegano Niscemi ai paesi vicini. Una, la provinciale 12 è chiusa da gennaio a causa di una frana. Nella seconda, la provinciale 10, domenica sera si è aperta una piccola voragine di mezzo metro di diametro. Ed è stata chiusa dal Libero consorzio. Rimane la terza, la provinciale 11, che collega Niscemi a Vittoria. I niscemesi non la usano mai per andare a Gela, e quindi collegarsi alla viabilità per Catania e il resto dell’Isola, perché i tempi si allungano. Ma da ieri mattina non gli rimane altra scelta se non vogliono restare isolati. 

A mettere una pezza ci hanno pensato oggi due ditte di Niscemi. Volendo rimanere anonime, si sono fatte avanti e in poche ore hanno riparato il danno gratuitamente. Sostituendosi alla ex provincia, che ha competenza sulla strada. «Tra stasera e al massimo domattina la Sp10 riaprirà – annuncia a MeridioNews il sindaco Massimiliano Conti – Ha ripreso a piovere, bisogna essere sicuri che il materiale messo sia asciutto». Oggi il primo cittadino ha incontrato a Catania il presidente della Regione Nello Musumeci per parlare della situazione, diventata emergenza a causa della pluriennale mancanza di manutenzione. 

Nel pomeriggio i tecnici della protezione civile regionale hanno effettuato un sopralluogo e una relazione dovrebbe essere consegnata a Calogero Foti, capo della protezione civile regionale, e allo stesso Musumeci. «Non possiamo morire di burocrazia», sottolinea il sindaco che ha fatto presente ai vertici regionali come a causare la voragine sarebbe stato un movimento franoso che interessa la Sp10.

La Sp12 è invece chiusa da quasi un anno. Conti ha annunciato che è in corso la procedura per aggiudicare i lavori di realizzazione di un bypass. Cioè di una soluzione temporanea «nelle more che…». Resta aperta la Sp11 per Vittoria, dove i niscemesi, ogni volta che passano sotto il ponte ferroviario puntellato anni fa e gemello di quello venuto giù tra Niscemi e Caltagirone, tirano un sospiro di sollievo. Il viadotto fa parte della tratta Gela-Caltagirone, non funzionante da oltre otto anni. 

Eppure Niscemi è stata al centro dell’attenzione della politica regionale e nazionale, che si era presa precisi impegni rispetto al disastro viabilità. Correva l’anno 2011 quando la Regione siciliana, guidata da Raffaele Lombardo, e il ministero della Difesa sottoscrivevano il protocollo d’intesa che ha dato il via libera alla costruzione del controverso Muos nella base statunitense. In quel documento – oltre a garantire un costante monitoraggio delle emissioni elettromagnetiche, mai attuato – il ministero si assumeva l’impegno «in collaborazione con la presidenza del Consiglio dei ministri, a sostenere la richiesta della Regione per il finanziamento, tramite fondi Fas, della strada provinciale 12». E la Regione, ancor di più, si impegnava alla «massima collaborazione amministrativa per la progettazione delle strade Sp10 e Sp12». Nessuno degli impegni di Stato e Regione è stato realizzato, mentre il Muos è entrato in funzione nel 2018 ed è pienamente operativo da ottobre di quest’anno

Per il coordinamento dei comitati che si batte contro le parabole, la responsabilità dell’isolamento di oggi «è scolpita nei nomi di chi non ha fatto nulla per applicare quel seppur blando Protocollo d’intesa. La manutenzione delle strade è un diritto e non una concessione – rivendicano – chiediamo che si pretenda al più presto senza ulteriori trattative».


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