Accordi Ue-Cina, Ignazio Corrao attacca il governo «Nella lista dei prodotti da tutelare nessuno del Sud»

«L’accordo Europa-Cina sui prodotti Igp? Non c’è nulla da festeggiare». A pochi giorni dalle parole soddisfatte del ministro degli Esteri Luigi Di Maio sugli accordi economici chiusi con Pechino, arriva dall’eurodeputato pentastellato Ignazio Corrao un messaggio dal tenore ben diverso in merito al riconoscimento da parte del mercato cinese dei prodotti di indigazione geografica protetta.

Nel mirino di Corrao ci sono le scelte fatte che penalizzerebbero il Sud. «Nella lista dei prodotti da tutelare e promuovere non ve n’è nemmeno uno del Mezzogiorno. Niente Pecorino Sardo, niente pomodori Igp di Pachino – attacca l’eurodeputato del M5s -. Lo avevo detto già nel 2016, cambia il governo e ministri ma la musica per i nostri prodotti agroalimentari e i nostri produttori rimane sempre la stessa: i grossi interessi da tutelare sono solo quelli del Nord e mai quelli del Mezzogiorno».

Nei mesi scorsi Corrao aveva proposto la questione Mezzogiorno in chiave formazione del nuovo governo M5s-Pd, criticando fortemente le scelte avallate dal capo dei cinquestelle e in quel momento futuro ministro degli Esteri. Oggi la critica va al disimpegno nei confronti delle istanze portate avanti negli anni passati. «Tre anni fa, grazie al gruppo all’Ars, si era presentata anche una mozione con la quale si impegnava il governo regionale ad attivarsi per far inserire almeno i prodotti più a rischio contraffazione e con una quota di mercato estera potenzialmente in crescita – prosegue il parlamentare -. Ma niente sia dal punto di vista regionale che nazionale. Anzi, il Centinaio e la Bellanova di turno hanno deciso che andava bene così e che quella lista proposta dal governo italiano a Bruxelles rappresentava prodotti e territorio da difendere».

«Chiesi anche di abbandonare la logica della lista e di considerare tutti i prodotti Dop, Igp, Doc Italiani o europei altrimenti il rischio di corruzione è sempre altissimo – va avanti Corrao -. La lista peraltro esclude inspiegabilmente i prodotti non agricoli che rappresentano vere e proprie indicazioni geografiche». L’eurodeputato cita come esempi il ferro battuto, le ceramiche, il ricamo, la lavorazione del corallo e dei metalli. «Manifatture che dovrebbero essere protette e riconosciute negli accordi commerciali». Infine l’auspicio di una revisione. «Mi auguro che la nuova Commissione, che ancora tarda ad insediarsi, riveda questo metodo assolutamente errato di creare – conclude – liste di prodotti da salvaguardare e di sacrificare le produzioni del Meridione».

Sulla questione accordi tra Unione europea e Cina, a pronunciarsi è anche Dino Giarrusso, anche lui europarlamentare ed esponente del Movimento 5 stelle. «L’accordo fra Europa e Cina sul reciproco riconoscimento di cento prodotti Igp va nella giusta direzione – commenta Giarrusso in una nota -. Adesso però ci aspettiamo che, con eguale forza, la futura Commissione europea lavori per tutelare e proteggere anche i prodotti del Sud Italia. A parte qualche rara eccezione, notiamo infatti che la lista dei prodotti tutelati nell’accordo Ue-Cina premia esclusivamente i prodotti del Nord». Il parlamentare pentastellato arricchisce l’elenco dei prodotti che meriterebbero attenzione. «Dal vino Marsala all’uva da tavola di Mazzarrone, dai pomodori di Pachino alle arance rosse di Sicilia, dai pistacchi di Bronte all’olio di Calabria, le nostre eccellenze sono tante, invidiate e imitate in tutto il mondo. Al Parlamento europeo – assicura – faremo sentire la nostra voce per difendere il made in Italy e la nostra agricoltura da Nord a Sud».


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