La marcia dei siciliani nelle praterie centriste Tutti i big che puntano all’elettorato moderato

Se il panorama politico a livello nazionale è confuso, non va meglio voltandosi a guardare dalle parti dell’Isola. Iniziato un primo, flebile posizionamento dei renziani anche nell’Isola, sono tante le formazioni che a livello nazionale si stanno creando e che cercano sponda in Sicilia. È il caso del progetto politico che da un po’ di tempo balena in testa tanto al governatore siciliano Nello Musumeci quanto al presidente ligure Giovanni Toti. E in molti non hanno visto come casuale il vertice (con tanto di post) tra i due rilanciato sui social network ieri sera. Il pretesto era il Salone Nautico di Genova. Una occasione per parlare di «portualità e vie del mare – ha scritto Musumeci sui social – che uniscono la Liguria e la Sicilia». 

«Abbiamo parlato – aggiunge il governatore – della possibilità di un evento nella nostra Isola per sostenere il settore e, ovviamente, abbiamo ragionato degli obiettivi comuni per rendere il centrodestra, che guida la maggior parte delle Regioni italiane, sempre di più il punto di riferimento dei territori e del buon governo». Un passaggio che in molti leggono come l’ennesimo mattoncino nella costruzione di una casa comune, che dialoga con tutto l’arco del centrodestra, dall’Udc alla Lega, individuando però ancora una volta nelle praterie centriste lo spazio politico nel quale gettare le fondamenta. Il progetto di Musumeci sembra lasciare perplessa almeno una fetta consistente del suo movimento, Diventerà Bellissima, già orientato su orizzonti più vicini alle parti di Pontida. Ma il governatore sarebbe sempre più convinto nel consolidamento di una forza politica che parta dal «buon governo del centrodestra» e sia radicato nei territori. 

Non è ancora chiaro in che modo si evolverà la «cosa europea» lanciata da Carlo Calenda, Emma Bonino e Matteo Richetti a Napoli il prossimo 21 ottobre. Quel che invece sembra evidente è che il pontiere dell’operazione in Sicilia sarebbe l’ex deputato regionale del Pd (ed ex candidato a sindaco di Palermo col centrodestra) Fabrizio Ferrandelli, che al momento «pur restando – precisa – nella segreteria nazionale di +Europa», sarebbe il riferimento di Calenda per la Sicilia.

Sogna una nuova Balena bianca il leader dell’Udc Lorenzo Cesa, che nell’Isola si è affidato a Decio Terrana, Vincenzo Figuccia, Danilo Lo Giudice e Cateno De Luca per costruire il nuovo volto delloScudo crociato, dove si danno in avvicinamento almeno altri due deputati regionali della Sicilia orientale. 

E allora il Pd? Quello resta il solito tetto comune sotto il quale convivono da separati in casa da una parte gli zingarettiani di Sicilia, e dall’altra i dissidenti guidati da Fausto Raciti, Giovanni Cafeo e Antonio Rubino. Anche in questo caso, sembra che qualche nuovo big in avvicinamento, dalle parte dei «quarantenni che vogliono ritentare la sommossa», ci sia. Ma è ancora presto per le conferme ufficiali.  

Infine Italia Viva di Matteo Renzi, partito un po’ in sordina nell’Isola, ma attorno al quale si fa un gran chiacchiericcio. Alla luce dei primi passi che nel sottobosco, tra le prime foglie autunnali, sembra facciano piuttosto scrùscio. Dai ventilati movimenti degli autonomisti di Raffaele Lombardo (con tanto di smentita ufficiale dell’ex governatore), fino addirittura a qualche ex leghista ormai lontano dal Carroccio di Salvini. Qualcuno si spinge a ipotizzare movimenti anche dalle parti di Ora Sicilia di Luigi Genovese. Di certo al momento sono tutti con i pop corn in mano a osservare. Ma i ben informati sussurrano che, sgranocchiando, guardano tutti verso il nuovo progetto di Renzi.


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