La campagna ambientalista del biologo Carmelo Isgrò A nuoto nello Stretto trascinandosi dietro la plastica

Non riesce proprio a stare senza far nulla Carmelo Isgró, il biologo marino che un anno fa è riuscito a dare una nuova vita allo scheletro del capodoglio Siso, spiaggiatosi privo di vita a Capo Milazzo e da lui studiato e conservato. Adesso si trova in una delle stanze del castello della città Mamertina e ricorda a tutti cosa la plastica può fare all’ambiente e agli animali che popolano il mare. La plastica dentro lo stomaco di Siso si trova infatti proprio sotto il suo scheletro come monito per il nostro futuro. Dopo l’inaugurazione del museo e la sua campagna per il rispetto del mare, quest’estate Isgrò ha portato a compimento una campagna di sensibilizzazione dell’ambiente alle Isole Eolie a bordo di una «bagnarola», come lui l’ha definita. 

«A bordo di un laserino (un’imbarcazione da diporto, dotata di un’unica vela, ndr) lungo quattro metri, senza cabina, senza motore, senza ausilio di tecnologia e solo con la forza del vento in poppa ho fatto il periplo delle Eolie – racconta -. Ho percorso tutte le perle del mediterraneo, in un viaggio a impatto zero per diffondere l’importanza di rispettare l’ambiente». Era in mare quando lo Stromboli ha fatto registrare la sua ultima esplosione e ha documentato sulla sua pagina Facebook questo viaggio sulla rotta di Siso. «È stato un viaggio bellissimo ed emozionante al tempo stesso – racconta – sono stato accolto positivamente in ogni Isola e ho potuto parlare di quanto sia importante lottare per un mare pulito. Ho incontrato tante persone e mi sono commosso quando tra Alicudi e Filicudi ho incontrato i delfini che mi hanno accompagnato per un tratto del mio viaggio». 

Accanto a Carmelo lungo questo percorso c’era sempre Siso, che con effetti speciali compare in un video proprio accanto alla barca a vela di Carmelo. Dopo tre settimane è tornato a Milazzo. Ma la sua testa stava già pensando ad altro. Dieci giorni fa infatti ha attraversato lo Stretto di Messina a nuoto trascinandosi dietro tanta plastica usa e getta legata al corpo. «Ho voluto trascinarla con me – spiega – come metafora del fardello che l’uomo si sta portando dietro inquinando i mari». La plastica lo ha rallentato e appesantito. «Sforziamoci a utilizzare meno plastica usa e getta. Rispettiamo il mare, perché se muore il mare moriamo pure noi». Isgró è riuscito ad effettuare la traversata in un’ora, tre minuti e 17 secondi in stile libero solo con occhialini e costume, niente muta, boccaglio o pinne.


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