A Gela e Augusta cittadini in piazza per le bonifiche «Lavoriamo a comitato tra tutte le città interessate»

Sono poche le macchie di bianco che colorano le due piazze di Gela e Augusta. Una quarantina di magliette bianche per parte hanno deciso di aderire alla manifestazione nazionale Tre ore per la nostra salute, andata in scena ieri pomeriggio in sei città, rientranti tra i siti di interesse nazionale poiché colpiti dagli effetti dell’industrializzazione.

I cittadini hanno chiesto a gran voce bonifiche e tutela della salute. Persone comuni, rappresentanti istituzionali e soprattutto tante mamme con bimbi al seguito hanno rivendicato pacificamente ma con forza la necessità che anche la politica inizi a fare la propria parte sbloccando, ad esempio, gli interventi di bonifica in molti siti Sin italiani, compresi quelli siciliani.

A guidare la manifestazione ad Augusta il comitato Stop Veleni e naturalmente don Palmiro Prisutto, il sacerdote simbolo della lotta all’inquinamento. Il suo censimento esposto sulla piazza intitolata ai morti di cancro tocca ormai quota mille nomi. «In realtà sarebbero molti di più – racconta l’arciprete di Augusta – ma la gente ha ancora molta difficoltà a metterci la faccia, per pudore o perché è convinta che nulla cambi».

La scarsa adesione dei cittadini non scoraggia nemmeno Orazio Mili, organizzatore della manifestazione a Gela. Da anni con il comitato Clorosoda porta avanti a spada tratta la battaglia per il riconoscimento dei danni alle famiglie degli operai deceduti dopo aver lavorato all’interno di quello che fu definito l’impianto killer. «È vero, potevamo essere ancora di più – spiega Mili – ma non ci interessava il numero di partecipanti. Vogliamo solo far comprendere alla gente che questo è solo un primo passo. La salute riguarda tutti noi e per questo non ci fermeremo fino a quando non otterremo le bonifiche per questo territorio».

In piazza a Gela anche tanti esponenti politici che, nonostante l’assenza voluta di simboli e bandiere, hanno comunque voluto manifestare il loro sostegno alla causa. C’erano il senatore M5s Pietro Lorefice e il collega di partito e deputato all’Ars Nuccio Di Paola, alcuni assessori dell’attuale giunta Greco e anche l’ex assessore all’Ambiente Simone Siciliano che, nella passata giunta Messinese, si occupò a lungo dell’iter delle bonifiche.

Con loro anche gli esponenti della Fiab – federazione Iialiana ambiente e bicicletta – e di Admo, l’associazione dei donatori del midollo osseo. Ed è proprio Simone Morgana, referente regionale per Fiab che lancia l’idea di un coordinamento nazionale che metta insieme tutti i comuni rientranti nei Sin: «Vogliamo costituire un comitato che metta in rete tutte le associazioni a livello nazionale – dice – questo ci permetterebbe di partecipare ai tavoli ministeriali per rivendicare l’avvio immediato delle bonifiche nei territori coinvolti». «Non potevamo non esserci – aggiunge Giacomo Giurato di Admo -. Quotidianamente abbiamo a che fare con patologie oncologiche che colpiscono indifferentemente uomini e donne di ogni età e anche tanti bambini. Oggi rivendichiamo con forza il nostro diritto a un ambiente salubre per i nostri figli».

Sulla necessità di potenziare il servizio sanitario in un territorio in cui le percentuali di patologie neoplastiche è altissimo, come sottolineato anche dal recente rapporto Sentieri, torna anche Mili: «Alle bonifiche devono accompagnarsi le strutture sanitarie – dice – Basta viaggi della speranza per le cure, siamo stanchi di aspettare. Per i malati, soprattutto per quelli oncologici, bisogna fare molto di più e in tempi più rapidi».

Tra i partecipanti anche chi ha subito sulla sua pelle le conseguenze dell’inquinamento. Alfio Agrò è stato uno dei pilastri del calcio gelese degli anni ‘70, terzino implacabile, un muro invalicabile per gli avversari. Oggi, a 68 anni, si spende per insegnare calcio ai bambini. Per lui niente maglietta bianca, addosso ha l’immancabile tuta e una maglietta verde con su stampato il calciatore brasiliano Socrates e una delle sue citazioni più famose: non c’è niente di più marxista del calcio. «Sono una vittima come tante della pesante eredità che ci ha lasciato l’industria negli anni – ci racconta -. Questa è una città martoriata e al momento non vedo speranze per il futuro di questa città. Se la politica non farà il proprio dovere spingendo affinchè partano le bonifiche, questa città è destinata a scomparire».

Rabbia e delusione, dunque, a cui fa però da contraltare la speranza nei volti delle tante mamme che hanno voluto essere presenti, anche portando i loro bambini: «Magari non servirà a nulla – racconta Consuelo, madre di due bambini – ma è doveroso esserci. Per anni hanno martoriato il nostro paese mentre stavamo in silenzio. Adesso è arrivato il momento di dire la nostra».


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