Differenziata al 39,5% ma le grandi città restano indietro Musumeci: «Dall’inizio del mandato crescita importante»

Sale al 39,5 per cento la differenziata in Sicilia. I dati, divulgati dalla Regione, riguardano i primi quattro mesi dell’anno, con aprile che rappresenta il picco. La crescita, dall’inizio della legislatura targata Musumeci, è di 17 punti percentuali. Il risultato è rivendicato dal governo regionale che sottolinea: «Tutto questo nonostante sequestri, guasti e problemi finanziari abbiano bloccato il funzionamento di diversi impianti che trattano l’umido, la parte più consistente della differenziata», si legge nella nota proveniente dagli uffici regionali.

Nel complesso si registra che un terzo dei Comuni ha raggiunto la soglia del 65 per cento fissata dall’Ue. Sul podio, nel mese di aprile, ci sono Contessa Entellina, in provincia di Palermo, con il cento per cento di differenziata; Calamonaci, centro dell’Agrigentino dove la differenziata è arrivata al 96,3 per cento; e Longi, nel Messinese, dove si è toccato il 92,4 per cento.

«È veramente motivo di legittima soddisfazione – dichiara il presidente della Regione Nello Musumeci – verificare che la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti in Sicilia cresce di mese in mese. Constatare che, in poco più di un anno e mezzo, abbiamo quasi raddoppiato lo scarsissimo dato del venti per cento, trovato al nostro insediamento, è la conferma – prosegue il governatore – che il percorso avviato dal mio governo, con la collaborazione di amministratori locali e cittadini, è quello giusto».

Il quadro complessivo viene tuttavia macchiato dai dati provenienti dai principali capoluoghi di provincia, da tempo vero tallone d’Achille, capaci – considerato il numero di abitanti che risiede in essi – di abbassare la media regionale. Infatti, se si escludono i casi di Ragusa, Trapani, Agrigento ed Enna, che ad aprile segnano il 71,4, il 66,8, 61,2 e il 50,8 per cento, il resto delle città si aggira ancora su percentuali medio-basse. Se Caltanissetta, tutto sommato è al 37,1 per cento, fanno molto peggio gli altri. Siracusa è solo al 23 per cento, mentre le Città metropolitane chiudono la speciale classifica: terz’ultima Messina con il 22,2 per cento, poi Palermo che non va oltre il 18,5 per cento. Chiude staccatissima Catania, dove ad aprile, nonostante qualche miglioramento, si è riuscito a differenziare soltanto il 13 per cento dei rifiuti. 


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