Messina, la droga nascosta nella galleria dismessa Marijuana e cocaina arrivano dall’Albania, 12 arresti

Fiumi di marijuana e cocaina dall’Albania a Messina, facendo tappa in Puglia. A scoprirlo è stata la squadra mobile che da settembre del 2017 alla primavera del 2018 ha fatto luce su un traffico di stupefacenti portando oggi all’arresto di 12 persone, mentre altre tre sono al momento ricercate. 

L’operazione è stata battezzata Tunnel, perché all’interno della galleria ferroviaria Spadalara ormai in disuso, che si trova nel quartiere messinese di Bordonaro, gli agenti sequestrano nel settembre 2017 quasi 42 chili di marijuana. All’interno del traforo il gruppo, che secondo la procura era capeggiato dal 21enne Santino Di Pietro e dal 29enne Francesco Delia, si riforniva direttamente in Albania. 

Base operativa sarebbe stato il quartiere di Mangialupi dove vive anche Domenico Pappalardo, 35 anni, la cui abitazione si trova proprio a ridosso della galleria ferroviaria dove è stato trovato lo stupefacente. «La città di Messina è diventata una piazza interessante – spiega il procuratore aggiunto Rosa Raffa – adesso gli affari si stipulano in riva allo Stretto». Lo spaccio coinvolgeva anche la provincia, tra Merì e Barcellona. 

A far scattare le indagini è un’intercettazione telefonica all’interno del carcere di Spoleto durante un colloquio tra Francesco Turiano, 56 anni, e il nipote Santino Di Pietro. «Durante l’ascolto del colloquio gli agenti si accorgono che i due parlano di ordinare e trasportare quantitativi di pesce – prosegue il procuratore aggiunto – Era evidente che non si trattasse di pesce ma di ben altro come poi sveleranno le indagini». La droga arrivava a Martina Franca e da qui, attraverso un sistema di staffetta, veniva portata a Messina. Proprio in uno di questi trasferimenti viene arrestato Di Giovanni con quasi 31 chili di marijuana.

In manette sono finiti oggi anche Francesco Maggio, 35 anni, Salvatore Micari, 34 anni, Cristian Restuccia, 27 anni, Andrea Caporlingua, 28 anni, gli albanesi Ajet Cepaj, 50anni, Roto Mecaj, 57 anni, e Arenari Hoxha, 35 anni. L’arresto è stato notificato in carcere ad Antonino Ieni, 59 anni. 

Sequestrati dalla polizia anche beni mobili, immobili e utilità economiche riferibili alla Asd Pool Planet, un’associazione sportiva dilettantistica la cui titolarità era stata attribuita fittiziamente a terzi da Santino Di Pietro che risponde anche di trasferimento fraudolento di valori. Durante le indagini è emerso anche che il gruppo aveva disposizione delle armi che però non sono state trovate.


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