L'ipotesi di un accordo trasversale tra Lega e Movimento 5 Stelle per il secondo turno nei Comuni di Caltanissetta e Gela surriscalda gli animi. Ad attaccare è il coordinatore forzista nel Nisseno, che punta il dito contro il luogotenente di Salvini in Sicilia
Ballottaggi, si alza la tensione in casa Forza Italia Mancuso contro Candiani: «È pesce fuor d’acqua»
I ballottaggi per le Amministrative a Caltanissetta, Gela e Mazara del Vallo si avvicinano e si acuisce lo scontro, soprattutto nel centrodestra. Un’ipotesi sempre più concreta sembra essere quella del reciproco favore che Lega e Movimento 5 stelle potrebbero scambiarsi tra il capoluogo nisseno (dove al ballottaggio è approdato il grillino Roberto Gambino, che sfiderà il candidato di centrodestra Michele Giarratana) e Gela (dove il leghista Giuseppe Spata sfiderà Lucio Greco, sostenuto da pezzi di Pd e Forza Italia). Una possibilità, tutt’altro che remota, che ha creato non poco nervosismo in casa forzista. A intervenire è il deputato regionale e coordinatore di Forza Italia nel Nisseno Michele Mancuso, secondo il quale senatore leghista Stefano Candiani, «un signore di Busto Arsizio» come lo definisce Mancuso, in Sicilia sarebbe «un pesce fuor d’acqua».
«Le nostre città – prosegue Mancuso – non hanno bisogno di messia, ma di persone oneste e perbene che soprattutto conoscono il territorio e chi lo abita. Siamo stanchi dei conquistatori. Vorrei chiedere al sottosegretario Candiani cosa pensa davvero quando dopo un comizio sale sul suo aereo e va a duemila chilometri di distanza a dormire?».
«Le dico cosa penso io che dormo qui, in Sicilia, nella provincia di Caltanissetta? Penso – attacca ancora l’esponente forzista – che anche noi abbiamo il diritto di sognare una terra migliore e non saranno certamente i veneti a darcela. Semmai gli stessi siciliani, che ogni giorno lottano, soffrono e vivono una terra matrigna. Noi, signori leghisti, la Sicilia la vogliamo salvare senza perdere la dignità. Spero tanto che i politici siciliani, quelli veri, trovino finalmente la forza e la buona volontà per cacciare lo straniero dalle nostre città». Un riferimento non casuale, considerato il dibattito attorno ai migranti che continua a tenere banco nell’agenda politica, rispetto al quale il percorso politico tracciato da Gianfranco Miccichè è stato chiaro sin dai giorni della Diciotti.
Così, qualora non fosse abbastanza esplicito, Mancuso rincara la dose: «Lo straniero non è chi viene a bussare in cerca di aiuto su un barcone, ma chi vuole comandare, come voi, in casa nostra dopo aver pregato Forza Etna e Vesuvio».