A scuola col tablet al posto dei libri, proposta M5s «Gli zaini dei nostri bambini sono troppo pesanti»

Zaini troppo pesanti, meglio sostituire i libri con un unico tablet che abbia dentro tutti i testi scolastici. La proposta, finalizzata ad alleggerire il carico sulle spalle dei bambini delle scuole elementari siciliane, arriva dal deputato agrigentino del Movimento 5 stelle Giovanni De Caro che ha deciso di presentarla all’assemblea regionale. Nella norma verranno inseriti anche precisi limiti per il peso degli zaini: non dovranno superare il 15 per cento del peso corporeo dello scolaro che lo regge, o del 10 per cento, nel caso di alunni dalla corporatura esile.

Addio dunque al caro e vecchio libro? Niente più pagine sfogliate, sottolineate, e su cui prendere appunti? «Il mio – dice De Caro – non è un modo per far andare nel dimenticatoio i testi cartacei. Sono un ingegnere informatico ma amo i libri. Ma perché costringere i bambini a portarne molti ogni giorno a scuola? Già oggi diverse case editrici forniscono i testi anche in versione digitale, che potrebbe essere usata in classe, lasciando il cartaceo a casa».

In attesa della rivoluzione dei tablet, il parlamentare pentastellato suggerisce alle scuole di dotarsi di armadietti ad uso esclusivo degli alunni, dove lasciare i libri. «Se la norma dovesse passare in aula – spiega Di Caro – sarebbe comunque un atto di indirizzo, spetterebbe poi da una parte ai sindaci tenere a bada il fenomeno e ai presidi indirizzare i progetti Pon al finanziamento di questa attrezzatura». 

Al deputato agrigentino l’idea è venuta mentre accompagnava delle scolaresche della sua provincia in visita all’Assemblea regionale. «Ho sottoposto la proposta a 90 bambini di Aragona ed è stato un plebiscito. Poi tanti genitori mi hanno contattato per chiedermi di andare avanti». Adesso verrà presentata sotto forma di emendamento al collegato alla finanziaria, tribolato documento contabile la cui discussione viene rinviata di settimana in settimana all’Ars e che verosimilmente tornerà a essere trattato solo a fine maggio, dopo le elezioni europee. 


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