Montante, per il Riesame c’è l’associazione a delinquere Cade invece il reato per il colonnello dell’Aisi D’Agata

È confermato che Antonello Montante possa essere ritenuto il capo di un’associazione a delinquere che quindi è configurabile, a differenza di quanto sostenuto recentemente dalla Cassazione. Allo stesso tempo è certificata la correttezza della misura cautelare in carcere emessa dal gip nell’ operazione Double Face. È quanto sostiene il Tribunale del Riesame di Caltanissetta che ha confermato l’ordinanza emessa dal gip Maria Carmela Giannazzo sfociata nell’arresto dell’ex leader di Confindustria Sicilia e di altre persone, ora a processo per associazione per delinquere finalizzata, tra l’altro, alla corruzione

La notizia è stata pubblicata stamane dal quotidiano La Sicilia. «Ieri – si legge sul quotidiano – è stato il giorno delle speranze che, per il momento, svaniscono: la difesa dell’ex leader di Confindustria Sicilia confidava molto nella pronuncia del Riesame di Caltanissetta, dopo che la Cassazione aveva accolto con rinvio il ricorso, limitatamente alla sussistenza del capo d’imputazione sul reato associativo». 

La Suprema Corte nelle motivazioni della sentenza emessa lo scorso 21 novembre sosteneva che tra le accuse per cui processare Antonello Montante non ci poteva essere anche quella associativa perché i vari reati cosiddetti fine (la corruzione, il favoreggiamento, le rivelazioni di segreto d’ufficio e l’accesso abusivo al sistema informatico) sono tenuti insieme solo dalla figura dell’ex numero uno di Confindustria siciliana e non da altro. Da qui, dunque, la richiesta al Tribunale del Riesame di Caltanissetta di fornire «una risposta adeguata ai salti logici e agli indistinti automatismi evidenziati». Ieri il Riesame ha dato la sua risposta, sciogliendo la riserva dopo l’udienza camerale. 

I giudici del Riesame hanno invece annullato l’ordinanza del Gip, limitatamente al capo d’imputazione associativo, per il colonnello dei carabinieri Giuseppe D’Agata, ex capo centro della Dia di Palermo già ai vertici dei servizi segreti dell’Aisi. L’ufficiale, che era agli arresti domiciliari, è stato scarcerato sia pure con l’obbligo di dimora ad Aci Sant’Antonio. 


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