Energie rinnovabili, piano della Regione per rilanciarle Pierobon: «Basta incentivi, serve approccio industriale»

Comuni morosi e bollette raddoppiate nella maggior parte dei casi per via dell’intervento di specifiche agenzie di recupero credito. Per i Comuni siciliani quello dell’energia elettrica è il secondo costo maggiore dopo quello per il personale. È questo uno dei dati emersi nel corso della seduta straordinaria della commissione Attività Produttive per discutere sull’opportunità di lavorare a mirati interventi normativi per rilanciare gli investimenti sulle energie rinnovabili in Sicilia.

Una regione che non è seconda a nessuno nel Paese per potenzialità legate alle energie alternative, come ammesso dall’assessore regionale all’Energia, Alberto Pierobon, secondo cui «almeno sulla carta, parliamo dell’Isola più vocata rispetto alle energie rinnovabili ma, da quanto emerso in commissione, il tema è chiedersi perché non vogliamo investire in questo settore, quando abbiamo tutte le potenzialità, sia tecnologiche che di mercato».

La proposta politica emersa è quella di «volere togliere l’alibi», per rilanciare gli investimenti con interventi normativi e la redazione del piano per le energie rinnovabili. «I lavori della Commissione – spiega Pierobon – offrono la possibilità di aprire a nuovi e importanti contributi per la redazione del piano energetico. Particolare attenzione è dedicata all’energia rinnovabile in agricoltura. Siamo in dirittura d’arrivo e riteniamo fondamentale – aggiunge l’assessore – apportare tutte quelle migliorie, innovazioni e proposte di alto livello per assicurare lo sviluppo e, al tempo stesso, la tutela dei territori, seguendo il principio del recupero e della bonifica delle aree dismesse attraverso la realizzazioni di siti produttivi».

La palla poi passerebbe alla burocrazia «che deve sveltire tutto. Gli investitori – continua Pierobon – hanno l’interesse di venire qui perché è l’Isola più vocata, basta guardare i dati, come il numero di ore annuali di sole o di vento: è matematico». Cos’è che contrasta, allora, la matematica? Secondo l’assessore, ancora una volta sarebbe «l’elemento umano». Il riferimento, come già fatto in altre occasioni, è alla burocrazia regionale, che più volte Pierobon ha descritto come un «muro di gomma», ma ammette anche che «la colpa è un po’ di tutti, ognuno deve fare la sua parte però bisogna dare un colpo di reni».

Ma i nuovi interventi legislativi, non meglio precisati, a cui fa riferimento l’assessore non saranno rivolti a nuovi incentivi verso chi investe nelle rinnovabili: «Basta con questi incentivi – tuona – abbiamo chiesto anche l’intervento di un tecnico della guardia di finanza che ha spiegato che entro tre anni gli incentivi saranno finiti, ma senza sussidi conviene comunque investire in questo settore, soprattutto con approccio industriale». Per non deludere chi sceglie questa terra, però, «dobbiamo metterci in testa che gli investitori non vengono per simpatia. Dobbiamo dare loro la garanzia che non resteranno impaludati, che le richieste di autorizzazione non resteranno a languire, che saremo in grado di dare risposte certe».


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