«Nessuno può limitare le prerogative di un parlamentare della Repubblica. È la Costituzione che lo impone», dice Faraone. Ma una volta tornati a riva hanno scoperto di essere indagati. «Ci contestano la violazione di un dispositivo di polizia»
Parlamentari del Pd saliti a bordo della Sea Watch Prefettura dà l’ok, ma al ritorno vengono indagati
Via libera da parte della Prefettura di Siracusa alla delegazione del Partito Democratico che è salita a bordo della Sea Watch nel primo pomeriggio. «Nessuno può limitare le prerogative di un parlamentare della Repubblica. È la Costituzione che lo impone», ha scritto il segretario regionale del partito Davide Faraone che, insieme al candidato alla segreteria nazionale Maurizio Martina, il presidente Matteo Orfini, Fausto Raciti, Valeria Sudano, Francesco Verducci e Giovanni Cafeo hanno incontrato i vertici dello Stato a Siracusa. Parte quindi la staffetta democratica. «Finché il governo non aprirà il porto e li farà sbarcare noi non arretreremo di un passo in questa battaglia di umanità», twitta Orfini. A Siracusa arriverà anche una delegazione degli europarlamentari del Pd Cecile Kyenge, Michela Giuffrida, Silvia Costa e Daniele Viotti.
Ma una volta tornati a riva, hanno scoperto di essere indagati. «Ora stiamo facendo l’elezione di domicilio – scrive Orfini – perché a quanto pare siamo indagati per essere saliti sulla nave. Sbarcando dalla nave abbiamo scoperto di essere indagati perché a quanto pare la nostra presenza sulla Sea Watch costituirebbe un reato. Ci contestano la violazione di un dispositivo di polizia, noi riteniamo di non aver violato alcuna legge che quello che abbiamo fatto è nelle nostre prerogative parlamentari. Riteniamo al contrario che il governo stia commettendo alcuni reati».
Rispetto alle condizioni trovate, Martina spiega che «c’è un problema di acqua calda per i migranti e c’è un problema dei servizi igienici. Abbiamo trovato una situazione molto difficile – ha aggiunto – legata al fatto che queste persone da tempo stanno in mare. Mi porto a casa gli sguardi di queste persone: basta guardarli negli occhi qualche minuto per capire la fatica, la difficoltà che stanno attraversando. Non esiste che un paese come il nostro tratti persone che scappano da condizioni disumane in questo modo. Io posso dire che ho guardato i volti di queste persone e sicuramente li ci sono ragazzi minori. Questo dovrebbe fare riflettere chi in qualche Palazzo Romano si inventa via social che qui non esistono minorenni».
Intanto da una parte il ministro dell’Interno Matteo Salvini sul caso Sea Watch – da tre giorni ferma davanti alla costa siracusana, e da dieci giorni in mare con a bordo 47 migranti di cui 13 minorenni, in attesa di un porto dove sbarcare – si limita a dire «stiamo lavorando». Dall’altra parte il pubblico ministero di Siracusa Fabio Scavone, che ha aperto un fascicolo di indagine senza nessun indagato, all’uscita della Prefettura dice in merito al blitz di ieri dei tre parlamentari sulla nave: «Devo verificare se c’era un’ordinanza di divieto ed in termini chiari ed si valuterà un’eventuale ipotesi di reato. È l’articolo 650, una contravvenzione per ragioni di sicurezza igienico sanitaria». Allo stesso tempo il pm Scavone ha escluso che il comandante della nave abbia commesso un reato dirigendosi verso la Sicilia.
Da oggi pomeriggio quindi il Pd si unirà fisicamente alla mobilitazione che da giorni è in corso a Siracusa. In particolare gli eurodeputati chiedono «a tutte le forze democratiche europee di aiutarci in questa battaglia. Riteniamo importante – dicono – intensificare la mobilitazione in queste ore, dopo la presa di posizione del Procuratore del Tribunale dei minorenni, della Garante dell’infanzia di Siracusa per far scendere i 13 minorenni e la dichiarazione del Pm di Siracusa sul fatto che il comandante della nave non ha commesso reati».