Le primarie ci saranno. E Luca Sammartino dimostra ancora una volta come il peso dei suoi 33mila voti alle regionali sia determinante. Il senatore dem rompe il silenzio e si candida alla guida del partito, dando il via allo scontro aperto in casa dem
Pd, Faraone si candida alla segreteria regionale Vertice zingarettiani stasera, Raciti convoca i suoi
«Conosco la Sicilia della luce e del lutto. Dei primi e degli ultimi. Voglio ripartire dalla mia terra. Mi candido alle primarie del Pd siciliano, insieme a tutti voi». Davide Faraone scioglie la riserva e si candida alla segreteria regionale del partito, riaprendo la corsa alle primarie.
Le primarie ci saranno. E Luca Sammartino dimostra ancora una volta come il peso dei suoi 33mila voti alle regionali sia determinante. Fuori tutte le altre ipotesi, da Giuseppe Bruno a Gandolfo Librizzi, fino a qualche outsider che circolava nelle ultime ore, Faraone si gioca la sua grande partita in casa dem.
Nessuna novità, al momento, dall’area Zingaretti, la vecchia guardia che in Sicilia risponde ai nomi di Giuseppe Lupo, di Antonello Cracolici, di Bruno Marziano, di Giovanni Panepinto, di Concetta Raia. I più quotati per sfidare all’ultimo voto Faraone sono Teresa Piccione, Anthony Barbagallo, Renzo Bufalino e Franco Ribaudo. Ma il vertice tra gli zingarettiani si terrà soltanto stasera. E da lì potrebbero essere più chiari gli equilibri.
Convoca la sua area anche il segretario uscente Fausto Raciti, domattina a Palermo. Difficile in questo momento definire in che modo decideranno di muoversi gli orfiniani. Di certo è loro l’ago della bilancia. Ma dalle parti dei Partigiani Dem si fa fatica a ingoiare il rospo di una direzione regionale conclusa con la rottura tra Cracolici e Raciti, ratificata nel suo intervento proprio dall’ex assessore all’Agricoltura. E la strada non è più semplice guardando dalla parte renziana. Considerato che, di fatto, l’endorsement di Sammartino su Faraone ha messo all’angolo ogni ipotesi di riuscita per una candidatura targata Partigiani. Trovare l’accordo con una delle due parti sarà complicato. Ma presentare una candidatura di rottura potrebbe non essere scontato.
Intanto l’asse si sposta a Roma, dove la direzione nazionale ha nominato i componenti della Commissione congresso, l’organismo che reggerà il partito in assenza degli organi elettivi. Tra i componenti della commissione, eletti all’unanimità con la sola astensione di Sandra Zampa, anche i siciliani Antonio Rubino e Valeria Sudano.