L’Ars omaggia Rita Borsellino, «un patrimonio comune» Fava: «Rigore e mitezza». Cancelleri: «Per lei votai Pd»

«Un patrimonio comune». L’Assemblea regionale siciliana ha iniziato oggi la seduta con un omaggio a Rita Borsellino. I rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari hanno voluto ricordare l’ex deputata e candidata alla presidenza della Regione morta lo scorso Ferragosto. Partendo dal Pd, con Giuseppe Lupo, fino a Claudio Fava, passando per la maggioranza di centrodestra, storicamente dall’altra parte della barricata nelle battaglie politiche di Borsellino. 

«Ha tenuto insieme rigore e mitezza, cosa rara. La mitezza non le fu di ostacolo a raccontare le cose esattamente come andavano raccontate», ricorda Fava che mette in fila una serie di parole «a cui Rita Borsellino ci ha insegnato a dare un nuovo significato». La parola memoria: «Non vissuta passivamente – continua Fava – come attesa, ma una scelta di militanza da ripetersi ogni giorno. E anche la parola legalità, che lei che sempre accompagnato alla pietas, grazie a uno sguardo non offuscato dal dolore e dalla rabbia, ma capace di trovare sempre i segni di umanità. Per questo Rita Borsellino non è di parte, ma è un patrimonio di quest’aula, dei siciliani e della nazione».

Concetto sostenuto anche da Forza Italia. «Per noi è un esempio da seguire per sobrietà, cultura, educazione e buoni comportamenti», ricorda il deputato Tommaso Calderone. «Rita Borsellino – afferma Giancarlo Cancelleri, del Movimento 5 stelle – è riuscita a farmi votare il Pd, nel 2006 infatti ho votato per lei e per il Partito democratico. Rita Borsellino va oltre i partiti, perché ti accendeva la voglia di essere siciliano. Io mi sono stancato di commemorare, quando se ne vanno hanno tutti parole di grande elogio, ma dobbiamo vivere nei loro insegnamenti, altrimenti domani ce ne saremo dimenticati». 

Infine, per conto del governo, è stato l’assessore Toto Cordaro a prendere la parola, ricordando «la presa di distanza di Rita Borsellino dall’antimafia delle apparenze. Quando i più si uniformavano, lei diceva di no».


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