Migranti, anche ad Augusta presidio di solidarietà Associazioni: «Aprite i porti, respingiamo il razzismo»

Alla luce dei tragici sviluppi in mare a danno dei diritti e della dignità di migranti in fuga da guerra e povertà estrema, il Collettivo Antigone e la Rete Antirazzista Catanese vogliono dare un segnale forte di dissenso contro le politiche securitarie e di controllo e respingimento alle frontiere messe in atto dal governo italiano e dagli altri governi europei sulla pelle dei più vulnerabili.

Il diritto internazionale è chiaro e inequivocabile rispetto all’obbligo, per lo Stato che coordina le operazioni di salvataggio, di far sbarcare nel porto sicuro più vicino chi viene soccorso in mare. Chi sopravvive al deserto, all’inferno dei lager in Libia e alla traversata in mare ha diritto di essere accolto nel pieno rispetto della sua dignità e dei suoi diritti umani, oltre a ricevere l’assistenza sanitaria e il supporto psicologico necessari. E’ questa una inviolabile legge di umanità, prima ancora di essere una legge del mare consolidata da secoli.

Le vite di uomini, donne incinte e bambini non possono essere prese in ostaggio e messe in pericolo per farne oggetto d’improbabili negoziazioni politiche. La scelta dei Ministri Salvini e Toninelli di chiudere i porti alle Ong delle navi umanitarie, oltre ad essere cinica e disumana, rappresenta una gravissima violazione del diritto internazionale del mare e a protezione dei rifugiati.

Sulla pelle di centinaia di migranti a bordo in precarie condizioni di salute, quanto accaduto alla nave Aquarius è un respingimento collettivo contrario alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). Con tutta probabilità, ciò costerà all’Italia l’ennesima condanna dinnanzi alla Corte di Strasburgo, come già avvenuto nel 2012 in risposta ai respingimenti verso la Libia compiuti dal Governo Berlusconi nel maggio 2009.

Oltre a impedire l’accesso nei porti alle Ong, solo da qualche ora il Governo Conte ha concesso lo sbarco a Lampedusa alla nave da guerra statunitense Usns Trenton con a bordo 41 naufraghi salvati in acque libiche. La Trenton è stata costretta per giorni a largo di Augusta, in attesa che l’Italia accordasse il permesso di entrare in porto, malgrado la tragica notizia dell’abbandono in mare di un numero imprecisato di cadaveri in precedenza compiuto dalla stessa nave. Mai vista una tale fermezza dall’Italia quando queste navi militari, anziché migranti, sono solite introdurre armi e reattori nucleari nel porto di Augusta, in partenza per quei teatri di guerra che sono la causa primaria delle migrazioni verso l’Europa.

Augusta, per anni primo porto di sbarco per chi sopravviveva ai mortali attraversamenti del Mediterraneo, ha il dovere di rimanere città di pace, accoglienza e solidarietà. È il momento di lanciare un messaggio forte, come hanno fatto altre città d’Italia per resistere all’attuale politica migratoria che riduce le persone a pedine da muovere secondo la convenienza del momento.

Chiediamo che la città si mobiliti per salvaguardare la vita delle persone che rischiano di morire per meschini calcoli politici.

Facciamo appello anche al Sindaco di Augusta affinché esprima il proprio dissenso verso le scelte di questo Governo, rompendo il muro d’indifferenza e xenofobia, come già fatto dalle Amministrazioni di Napoli, Taranto, Reggio Calabria, Messina e Palermo che hanno ribadito la volontà di tener fede al dovere di accoglienza.

L’appuntamento è per domenica 17 alle 10:00, in Piazza Duomo ad Augusta, per un presidio di solidarietà con i/le migranti e le Ong delle navi umanitarie che salvano vite in mare.

Dalla parte delle persone e dei loro diritti umani, contro ogni forma di razzismo e xenofobia.

(Fonte: Collettivo Antigone e Rete Antirazzista Catanese)


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