Finanziaria, Pd e Fava contro proposte del governo De Luca lancia idea radicale: «Licenziare gli esterni»

Scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti alla finanziaria, nell’attesa che la manovra passi all’esame della commissione Bilancio dell’Ars, dall’opposizione arrivano attacchi e proposte. Il Partito democratico ha annunciato, durante la conferenza stampa di questa mattina, di non essere disposto a votare la finanziaria così com’è. Claudio Fava, il deputato regionale del movimento Cento passi, critica la «stupefacente caratteristica dei tagli alla legge finanziaria del governo Musumeci: sono tutti del 15 per cento, qualunque sia la voce di spesa o il servizio pubblico da tagliare. Senza alcuna valutazione di merito o di opportunità». Intanto, una proposta radicale arriva dal leader di Sicilia vera, Cateno De Luca: «Licenziare entro 120 giorni tutto il personale esterno» e anche il personale delle partecipate e degli enti controllati assunto dopo il 31 dicembre 2009 in violazione della legge.

Fra i 710 emendamenti al Bilancio e alla Legge di stabilità presentati da Cateno De Luca, ci sono proposte che si muovono lungo alcune linee guida: taglio della spesa non obbligatoria, razionalizzazione della gestione del personale, ristrutturazione del sistema di contribuzione agli Enti locali, programmazione della spesa nel medio-lungo periodo. A partire dal dato dello scostamento fra le previsioni che derivano dall’accordo Stato-Regione (una riduzione della spesa di circa 600 milioni) e la realtà di quanto proposto dal governo (un aumento della spesa superiore a 500 milioni), la proposta radicale del leader di Sicilia vera è «licenziare entro 120 giorni tutto il personale esterno» con un risparmio stimato di circa 15 milioni di euro. Analogo provvedimento di licenziamento entro il termine di quattro mesi, De Luca lo prevede per il personale delle partecipate e degli enti controllati assunto dopo il 31 dicembre 2009 in violazione della legge e senza procedure concorsuali. «Se soltanto 50 enti hanno rispettato le norme di trasparenza vuol dire che qualcosa di irregolare è avvenuto e si è scelto di rimanere nell’ombra – lamenta il leader di Sicilia vera – non è normale che di fronte a questa opacità, il governo Musumeci taccia e prosegua nella proposta di trasferimento di soldi a questi enti». 

Quello del personale regionale e quello del controllo sugli enti che percepiscono fondi regionali sono due cavalli di battaglia di De Luca. «Non è possibile che nessuno abbia il quadro completo di quanto personale sia oggi a carico del bilancio della Regione. Solo fra Regione centrale, Forestale e partecipate siamo a circa 33mila dipendenti, ma quanti sono quelli sparsi negli oltre 150 enti controllati?». Un altro degli emendamenti presentati da De Luca, infatti, mira a ripristinare la norma che obbliga gli enti a fare un rendiconto della propria situazione finanziaria, pena la decadenza degli amministratori e dei dirigenti che dovrebbero vigilare.

L’emendamento presentato dall’assessore all’Economia Gaetano Armao, che affida a un decreto le eventuali riduzioni degli impegni di spesa nelle more della rinegoziazione degli accordi finanziari con lo Stato, non piace al Pd. Il capogruppo Giuseppe Lupo, durante la conferenza stampa di stamattina, ha affermato che «la norma è incostituzionale e noi ci opponiamo. Per questo auspico che il presidente della commissione Bilancio la dichiari inammissibile. Il governo ha un potere esecutivo, lasci quello legislativo al Parlamento». Lupo ha presentato gli emendamenti del Pd alla finanziaria che, così com’è, il partito non è disposto a votare. «È nostro obiettivo portare avanti un’opposizione costruttiva. Abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti per contrastare una manovra di tagli scriteriati alla quale opponiamo misure per il lavoro, la lotta alla povertà, l’inclusione sociale, la cultura. Musumeci – ha sottolineato – ha detto più volte di voler dimostrate un’apertura al dialogo, soprattutto nei confronti delle opposizioni, ci aspettiamo dunque che dica sì ai nostri emendamenti. Questo governo – conclude il capogruppo Pd all’Ars – dopo aver allargato i cordoni della borsa per allargare la maggioranza, si è visto costretto a tagli indiscriminati, ultimo un emendamento che taglia 85 milioni di euro a diversi capitoli di bilancio, in particolare alla cultura, ai parchi, alle associazioni antiracket, al trasporto pubblico locale.Tagli pesanti su cui il governo ha il dovere di tornare indietro».

Su questi tagli è tornato anche il deputato regionale del movimento Cento passi, Claudio Fava, dopo aver analizzato il contenuto del maxi emendamento proposto dal governo criticando quella che ha definito una «stupefacente caratteristica dei tagli alla legge finanziaria del governo Musumeci: sono tutti del 15 per cento, qualunque sia la voce di spesa o il servizio pubblico da tagliare. Senza alcuna valutazione di merito o di opportunità». E, in effetti, il 15 per cento è stato decurtato alle associazioni antiracket e al fondo antiusura esattamente come all’autodromo di Pergusa. La stessa percentuale di tagli è stata applicata alle spese pubbliche in aree colpite da calamità e alla ricerca lattiero-casearia. Come identico è stato colpo di forbice, all’istituto incremento ippico e al Teatro Bellini di Catania. «Per una spending review di così alto e scrupoloso profilo – ironizza Fava – non occorreva una giunta regionale in carica: bastavano un bambino e una calcolatrice».


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