Finanziaria: via Iacp ed Esa, fondi per disabili e famiglie M5s: «Ok al dialogo, ma le riforme vanno discusse dopo»

Sarà la Finanziaria del dialogo? In attesa che il documento venga depositato all’Ars, dove si vedrà se concretamente il governo ha trasformato in proposte concrete l’apertura nei confronti delle opposizioni, è il presidente Nello Musumeci a dare alcune anticipazioni: «È un testo molto snello di trentacinque norme – afferma – nel quale sono contenute alcune delle priorità di questo governo. Le altre grandi riforme sulle quali stiamo lavorando faranno parte di disegni di legge organici che saranno presentati dopo la conclusione della sessione di Bilancio. Si tratta di uno strumento contabile non blindato e quindi aperto ai contributi di tutti i gruppi parlamentari». 

A fornire un elenco, seppure non esaustivo, dei temi contenuti nel disegno di legge di stabilità regionale è lo stesso governatore: l’accorpamento degli istituti finanziari Irfis, Ircac e Crias; e quello tra Istituto di incremento ippico e Istituto sperimentale zootecnico; l’abolizione degli Istituti autonomi case popolari (Iacp) e la loro sostituzione con un’Agenzia regionale per la Casa; la soppressione dell’Ente per lo sviluppo agricolo (Esa); la sperimentazione di un biglietto unico per il trasporto nelle tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e il servizio ferroviario regionale. Previsti anche nove milioni di euro per contributi casa a favore di famiglie a basso reddito e un capitolo apposito per le richieste di oltre dodicimila disabili gravissimi.

Dal canto suo il Movimento 5 stelle, in cambio del suo appoggio, chiede al governo Musumeci di alleggerire la Finanziaria e sostituire alcune voci con le proposte grilline. Cancelleri ha ribadito la necessità di mettere fuori dalla Finanziaria le novità che vuole attuare il governo e di discuterle dopo l’approvazione di un documento asciutto e più facilmente condivisibile. «Meritano un discorso a parte la riforma degli istituti regionali e quella degli Iacp. Questa maggioranza deve avere voglia di ascoltare i temi dell’opposizione». Valentina Zafarana sostiene l’apertura: «Ribadiamo che siamo aperti al dialogo con il governo – afferma -, purché i temi siano per il bene della Sicilia. Noi siamo in una posizione di ascolto e confronto, ma devono esserci le basi affiché sia proficuo».

Giuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia, apre ai grillini. «Dobbiamo costruire insieme un percorso istituzionale, garantendo al presidente Musumeci di poter portare avanti le proprie iniziative. Noi siamo disponibili a valutare e sostenere le proposte delle minoranze e confrontarci con loro sulle nostre. L’importante è sbloccare l’aula». Chi chiede una rottura netta col passato è Cateno De Luca, deputato regionale di Sicilia vera. «Se Musumeci vuole il mio sostegno faccia una chiara scelta: a fianco dei siciliani e per la legalità, facendo propri questi concetti basilari di giustizia sociale. L’alternativa è che la prossima finanziaria sia come un Vietnam».

Intanto, dopo le critiche della Corte dei Conti sul Defr 2018-2020, cioè il documento di programmazione finanziaria per i prossimi tre anni, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè annuncia tagli alle spese dell’Ars. «Tengo moltissimo alla correttezza dei numeri, perché in passato sono stati fatti tanti errori – dice -. Le cifre che ha trovato l’assessore Armao non ci lasciano tranquilli, ma da parte mia c’è la massima attenzione perché si affermi un percorso di risanamento delle finanze regionali. Stiamo valutando la possibilità di effettuare ulteriori tagli della spesa dell’assemblea, oltre ai risparmi già ottenuti con la riduzione degli stipendi dei dipendenti». Secondo i magistrati contabili, che ieri hanno presentato la loro relazione in commissione Bilancio, «il documento sembra scontare i limiti derivanti dalla profonda revisione che il nuovo governo regionale ha ritenuto di effettuare, in un arco temporale estremamente ristretto, sul documento approvato dalla precedente giunta. Sebbene emergano le nuove linee di indirizzo della politica finanziaria regionale, permangono alcune fondamentali lacune rilevate in passato».

Dal Defr è emerso che per il 2018 il disavanzo complessivo è di 400 milioni 179mila 733 euro. Il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona, in apertura dei lavori ha ribadito che è «necessario intervenire al più presto per rilanciare l’economia dell’isola con interventi strutturali». Intanto il Pd ha deciso che voterà contro la programmazione finanziaria triennale del governo regionale,  «perché non sostiene la crescita economica e l’occupazione produttiva della Sicilia – spiega Giuseppe Lupo, presidente del gruppo Pd all’Ars -. È necessario riqualificare la spesa e ridurre gli sprechi. Siamo in attesa di conoscere i contenuti della manovra economica che, sino ad ora, continua ad essere solo annunciata dal Governo. Servono fondi comunitari e regionali per le infrastrutture dell’isola e programmare la spesa sanitaria».


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