Messina, le grandi manovre per eleggere il nuovo sindaco Possibile l’intesa Pd-Forza Italia sul presidente avvocati

Mentre alle porte ci sono le elezioni politiche, a Messina si scalda la corsa alla poltrona di sindaco. Oltre all’uscente Renato Accorinti, che ha affidato a un video su Facebook la scelta di ricandidarsi, da agosto dello scorso anno ha ufficializzato la sua discesa in campo Cateno De Luca. A tal punto che la sua campagna elettorale per le regionali è stata proiettata alla possibilità di diventare primo cittadino di Messina a cominciare dalla scelta del nome nel simbolo: Cateno De Luca, detto Messina

Ha palesato la sua intenzione di candidarsi alla poltrona di sindaco l’attuale consigliere comunale Santi Daniele Zuccarello che sta portando avanti una campagna elettorale basata molto sui social, dove ha abituato i suoi followers a consueti appuntamenti in diretta da un bar con rassegne stampa durate le quali ha affrontato i tanti temi caldi di Messina. Ha tappezzato la città di cartelloni e volantini il consigliere comunale Giuseppe Trischitta, acerrimo nemico di Accorinti quando si è trattato di accusarlo di trasferte varie e del rimborso degli scontrini, ma tra i più fedeli sostenitori quando da votare in aula c’erano documenti finanziari del Comune. Attuale capogruppo a palazzo Zanca con Forza Italia, non è detto che Trischitta dopo le Politiche possa decidere di passare a Fratelli d’Italia, dove è certo di trovare sostegno. 

Perché non si respira aria serena in casa del partito forzista dopo la scelta di lasciare fuori dai giochi alle politiche Franco Rinaldi e il quasi certo addio alla politica di Francantonio Genovese. Ma ci sono sempre i 17mila voti con cui Luigi, il rampollo della famiglia Genovese, si è assicurato un posto all’Ars, che hanno un peso nella scelta del candidato da presentare alle amministrative. Anche se c’è chi sostiene che, pur di sbaragliare la concorrenza, Forza Italia sia pronta a trovare un nome trasversale che incontri il favore del Pd. E il nome che è saltato fuori è quello del presidente dell’ordine degli avvocati Vincenzo Ciraolo. Ex consigliere comunale, ex esponente della corrente Pd di Francantonio Genovese, Ciraolo è un uomo di mediazione. Riuscito nella scalata all’ordine degli avvocati, appannaggio da sempre di famiglie forensi più note, Ciraolo potrebbe ottenere il placet tanto del Pd quanto di Forza Italia e con lui si potrebbe riuscire a creare una sorta di governo di coalizione, che vedrebbe uniti trasversalmente il partito di Renzi e quello di Berlusconi contro nemici comuni. 

Tra questi ci sono anche i Cinquestelle. In questi ultimi giorni è clado il nome dell’ex capo del genio civile Gaetano Sciacca, attuale capo dell’ispettorato del lavoro. Ma al momento si tratta solo di rumors, come ha tenuto a precisare il diretto interessato. Eppure è stato il parlamentare uscente e ricandidato al Senato Francesco D’Uva a definire quella di Sciacca una candidatura suggestiva, rinviando però ogni discorso a dopo il 4 marzo.

Nella corsa alla poltrona di sindaco c’è infine anche l’ex presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Subito dopo la debacle alle Regionali, ha ufficializzato la nascita del comitato Liberi e Forti e non ha mai nascosto la possibilità di ricoprire il ruolo di sindaco di Messina, svincolandosi da qualunque partito da «uomo libero».


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