Le imprese denunciano i ritardi della burocrazia Armao: «Se non dimezziamo i tempi, mi dimetto»

«Nella pubblica amministrazione in Sicilia si assumono iniziative per bloccare gli investimenti». La pesante accusa arriva dal presidente di Sicindustria Giuseppe Catanzaro, che oggi ha parlato nel corso di un forum di imprenditori che hanno raccontato le storie delle proprie aziende, costrette a subire l’inefficienza burocratica. Ritardi che pesano sul destino delle imprese che investono in Sicilia, a volte in modo determinante, fino a farle morire in una stretta di debiti, chiudere o fallire. Un imprenditore che avvia un progetto nell’Isola è costretto prima a correre tra un ufficio e l’altro alla ricerca di autorizzazioni – in media per ogni progetto ce ne vogliono una decina tra vigili del fuoco, soprintendenze, assessorati, Comuni, Asl – e poi a rassegnarsi all’attesa, che può raggiungere anche i cinque anni, necessaria a sapere se il progetto avrà l’approvazione o meno. 

Tutto questo senza che qualcuno sia ritenuto responsabile. L’imprenditore può fare ricorso al Tar e in funzione di un verdetto positivo chiedere per vie civili un risarcimento del danno, ma con poche speranze che ciò venga riconosciuto in meno di un decennio o che il reato non cada in prescrizione. «Nella pubblica amministrazione in Sicilia si assumono iniziative per bloccare gli investimenti – attacca Catanzaro -. Spero che dietro questo sistema non ci sia la volontà di aumentare la povertà». L’ industriale, insieme a colleghi delle altre province siciliane, ha denunciato la pesante relazione tra imprese e burocrazia davanti al vicepresidente della Regione Gaetano Armao, l’assessore regionale alla Funzione pubblica Bernardette Grasso e il direttore generale dell’ufficio per la semplificazione di Palazzo Chigi Silvia Paparo. «Quella della trasparenza della pubblica amministrazione in quest’isola è solo una nomea – è stato lo sfogo di Catanzaro -. Non c’è alcuna attenzione in Sicilia verso chi vuole investire. Se andiamo sul sito del Suap (Sportello unico per le attività produttive, ndr) possiamo averne la prova: nonostante nelle tre città metropolitane di Palermo, Catania a e Messina si concentrino la maggior parte degli investimenti, non ce n’è uno solo che sia grande. Nessuno vuole investire in Sicilia. Chi lo fa in questa terra è osteggiato, aggredito, avversato». 

Quello di Catanzaro è un vero attacco ai burocrati: «Il dirigente che lascia una pratica per anni su una scrivania non è punito da alcuno». Da qui il racconto di esperienze personali, come quella di Giuseppe Magrì, portavoce della società Elemata Maddalena, di cui è amministratore delegato e socio unico Emanuele Cisa Asinari dei Marchesi di Grisy, nobile piemontese che nel 2007 aveva deciso di investire con alcuni fondi di investimento, tra cui Four Season, società che realizza resort di lusso intestata in parte al re di Microsoft, Bill Gates, e che avrebbe subito un decennio di «abusi» sul piano tecnico, perché la Regione, nonostante i numerosi ricorsi al Tar abbiano dato ragione al privato, avrebbe di fatto dichiarato riserva naturale e dunque non più edificabile il fondo acquistato per 30 milioni di euro come area edificabile, con una perdita per lucro cessante di oltre 113 milioni. 

A questa denuncia hanno risposto i due componenti della giunta Musumeci che hanno preso un impegno forte nei confronti degli imprenditori: Armao e Grasso hanno annunciato un programma annuale che partirà dal tavolo con l’impresa per capire i punti dolenti del sistema, una riforma della pubblica amministrazione che servirà a responsabilizzare i dirigenti e i funzionari e rivoluzionerà il sistema delle premialità, introducendo anche pesanti sanzioni per chi sarà responsabile di ritardi ingiustificati nella gestione delle pratiche. «Questa settimana ci sarà un incontro con i direttori generali e i funzionari – ha commentato Grasso -. Come prima cosa cercheremo di fare interagire la funzione pubblica con i dipartimenti Sviluppo economico e Attività produttive. I ritardi li ho vissuti anch’io da sindaco – ha aggiunto Grasso, che è anche sindaca di Rocca di Caprileone, nel Messinese -. Nel 2008 ho presentato un piano regolatore completo di pareri e abbiamo aspettato cinque anni per l’approvazione. Questo ha impedito la pianificazione urbanistica e abbiamo perso gli investimenti dei privati che si sono scoraggiati e sono andati via». 

Importanti modifiche sono state annunciate anche dal nuovo assessore all’Economia. Armao punta a raggiungere una maggiore efficacia dei provvedimenti dell’amministrazione bypassando il procedimento legislativo. «Come Regione non abbiamo gli strumenti che ha lo Stato, non abbiamo decreti leggi o decreti legislativi che ci consentirebbero molte modifiche snelle – ha ricordato l’assessore -. Per questo stiamo studiando un sistema per ridurre molte materie a livello regolamentare. Stiamo lavorando in questi giorni, con il mio gabinetto, per costruire una sorta di legge applicabile per una serie di discipline della pubblica amministrazione e del pubblico impiego per la semplificazione delle procedure. Utilizzeremo questo strumento per risparmiare sui tempi e introdurremo anche quello che hanno introdotto i francesi: il diritto all’errore, secondo cui un cittadino può sbagliare una volta verso la pubblica amministrazione, ma se recidivo dovrà pagare con pesanti sanzioni. Creeremo strumenti che consentano l’accessibilità del cittadino alla pubblica amministrazione ed eliminino le trafile burocratiche insopportabili, con un antidoto per la corruzione».

Gli assessori si sono impegnati, firmando simbolicamente un foglio davanti alla platea degli imprenditori: «Se entro un anno non riusciremo a dimezzare le cifre del vostro studio, causate dalle inadempienze della pubblica amministrazione, rassegneremo le nostre dimissioni, perché non avremo fatto un buon lavoro», hanno assicurato Grasso e Armao. Sul fronte nazionale qualche spiraglio potrebbe aprirsi anche con la nuova legge Madia. Il direttore generale dell’ufficio per la semplificazione di Palazzo Chigi, Silvia Paparo, ha presentato agli industriali le linee generali della riforma, un’importante novità sarebbe l’introduzione del silenzio-assenso per una pratica che aspetta il via libera sulla scrivania di un burocrate oltre i 45 giorni.


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