Regionali: il ricorso a Trapani, la replica degli eletti «Atto strumentale, noi avevamo già chiesto parere»

«Scala non sa perdere, anzi, gli piace vincere facile. Ha presentato un ricorso che è una vera boutade e non porterà a nulla». Ne è certo Mimmo Turano, ex capogruppo Udc rieletto all’Ars, che critica quello che da più parti in queste ore è stato letto come un tentativo di boicottaggio del risultato elettorale scaturito dal voto alle Regionali del 5 novembre. A metterlo in atto l’ex primo cittadino di Alcamo Giacomo Sala (candidato non eletto con Sicilia Futura) che ha presentato opposizione all’ufficio centrale circoscrizionale di Trapani e a quello regionale di Palermo, chiedendo tramite il suo avvocato Fabio Sammartano, di annullare i voti dei candidati che non avevano depositato la dichiarazione in autocertificazione prevista dalla legge Severino, quella in cui il candidato afferma di non essere interessato da un lungo elenco di cause ostative (tra cui la condanna per corruzione e concussione). Documento che è obbligatorio presentare per chiunque voglia partecipare alle elezioni. 

E mentre si discute se l’iniziativa di Sala possa risolversi in un nulla di fatto, visto che proprio gli uffici della Regione avevano dato rassicurazione ai candidati, o se la vicenda possa avere un seguito al Tar, c’è la possibilità che altri candidati non eletti intraprendano lo stesso percorso nelle altre province. Un’ipotesi che sta scuotendo diverse poltrone dell’Ars prima ancora dell’insediamento dei parlamentari, moltissimi dei quali, su 70 eletti, risultano in una posizione di irregolarità. Soltanto a Trapani, provincia dov’è stato presentato il ricorso, infatti, su 60 candidati 48 risulterebbero inadempienti.

Turano non è il solo ad attaccare Scala. Dello stesso avviso è Sergio Tancredi, eletto a Trapani con il Movimento 5 stelle insieme alla collega, anche lei uscente, Valentina Palmeri. «Scala non ha avuto un buon risultato sotto il profilo elettorale e ora cerca di arrampicarsi sugli specchi. Chi non ha vinto dovrebbe piuttosto preoccuparsi di capire perché non ha preso il seggio», attacca il pentastellato. Tancredi ostenta sicurezza. «Si tratta di un’operazione strumentale che non porterà a nulla – afferma -. Quando è stata sollevata la questione, abbiamo chiesto un parere preventivo alla Corte d’Appello, che ha risposto che non c’era alcun problema perché i moduli li ha elaborati la Regione». I candidati, infatti, più che non depositare la dichiarazione, si sarebbero limitati a seguire i fac simile della Regione in cui della legge Severino non c’era traccia. 

Il deputato pentastellato, che questa mattina ha contattato l’ufficio legale del Movimento 5 Stelle e i delegati di lista responsabili della presentazione delle candidature, aggiunge che adesso si cercherà di «capire se occorrerà un’eventuale integrazione, anche se al momento non abbiamo ricevuto alcun richiesta in tal senso». E sottolinea che qualsiasi errore non potrà essere imputato ai candidati. «La Regione – conclude Tancredi – ha competenza esclusiva in materia elettorale. Il ragionamento fatto da Scala presuppone un ricevimento dinamico della Severino che non esiste nella normativa regionale: non c’è alcun richiamo, abbiamo controllato. Se un errore c’è stato, è da attribuire all’assessorato regionale competente e non ai candidati».

Su ciò che accadrà nell’immediato futuro a esprimersi è Turano. «Sembra proprio che l’opposizione di Scala sarà esaminata, ma a me sembra priva di fondamento».


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