Il Marina di Ragusa si gode la vetta e il Pocho «Qui sono vicino a mia moglie che è incinta»

«Ho pensato alla mia famiglia, perché a giugno mi sono sposato e adesso aspettiamo un bambino, quindi ho preferito avvicinarmi a casa e il presidente della squadra mi ha offerto pure un lavoro. Dopo tanti anni di lontananza, dunque, ho scelto di stare vicino a mia moglie». Fabio D’Agosta, attaccante da quest’anno al Marina di Ragusa, spiega così il motivo per il quale ha preferito sposare il progetto di una squadra di Promozione anziché restare in categorie superiori. Adesso la moglie aspetta un bambino, ma non si conosce ancora quale sarà il sesso: «Se è maschio lo chiameremo Leonardo – spiega il calciatore a MeridioNews –, mentre se è femmina sarà Vittoria, come la mia città». E proprio nella sua città natale il calcio è  solo un lontano ricordo: «A Vittoria da quest’anno il calcio non c’è neanche più. L’anno scorso vivacchiava in Promozione e purtroppo adesso è finito tutto Da anni si è fatta terra bruciata e nessuno è intenzionato a investire. Lo sport è passato non in secondo, ma in terzo, quarto o quinto piano, quindi mi dispiace perché Vittoria ha una storia come Acireale, Lentini e Siracusa e credo che questa città meriti ben altro. La squadra è stata tra C1 e C2 per quattro o cinque anni, poi è successo tutto l’inverso con i tanti fallimenti e le retrocessioni».

Tornando alla nuova esperienza con il Marina di Ragusa, a D’Agosta le opportunità per accasarsi altrove non erano mancate: «Mi aveva cercato anche qualche altra squadra , come lo Scordia e il Paternò. Avevo già dato la parola al presidente Postorino che è veramente una grandissima persona e ha un progetto serio». In Sicilia anche lui è un vero e proprio giramondo e negli ultimi due anni ha indossato le maglie di Sicula Leonzio prima e Acireale poi: «Sono veramente contentissimo di quello che ho fatto con la Leonzio. Purtroppo non sono riuscito a ripetermi con l’Acireale per tanti motivi. Abbiamo ricevuto anche tante critiche, ma il gruppo dello scorso anno ha fatto in modo che la squadra potesse essere ripescata, quindi un piccolo merito l’abbiamo anche noi. Il Marina invece quest’anno ha un progetto ambizioso. L’anno scorso non sono arrivati ai play off e quest’anno si punta a qualcosa di importante». Adesso la testa è proiettata soltanto all’attuale avventura: «In squadra ci sono elementi di altre categorie come Nicola e Daniele Arena, Cavone, Gaspare Pellegrino, Pianese. Questa è una formazione che con la Promozione c’entra poco, vogliamo come minimo migliorare la posizione dello scorso anno». In carriera ha segnato tanto, ma ci sono gol a cui D’Agosta è particolarmente legato: «I gol con la maglia della Leonzio contro San Giorgio e Metapontino sono quelli più importanti che io abbia fatto perché sono serviti per la promozione dei bianconeri e poi sono stati scelti come i migliori della stagione 2016 dalla Lega Nazionale Dilettanti».

Soprannominato Pocho per via di una passata somiglianza con Lavezzi, tuttora c’è chi lo chiama in questo modo: «Il Pocho è nato dodici anni fa. Era il periodo in cui Lavezzi è andato a Napoli e in base al ruolo che faceva e ai capelli (anche io all’epoca li avevo lunghi), al fatto che correva e che quando lo buttavano giù si rialzava, mi hanno affibbiato il suo stesso soprannome. Con gli anni è rimasto con me e ormai quasi tutti mi chiamano Pocho, ovviamente non sono al livello di Lavezzi, però questo vuol dire che magari qualcosa di buono nel mondo del pallone l’ho fatta». In campionato, il Pocho è già a quota tre gol e non nasconde di ambire alla classifica marcatori: «Essendo attaccante un pensierino ce lo faccio, ma al primo posto viene la squadra. I gol devono servire assolutamente per il Marina. È importante che questi tre gol siano serviti per portare punti a casa, finora hanno segnato praticamente tutti tra i miei compagni». L’obiettivo dunque è esclusivamente il bene della squadra e il Pocho D’Agosta a questo punto ha soltanto parole al miele per i tifosi: «Marina è una piccola realtà, una frazione di Ragusa. Non ci sono tantissimi tifosi, ma è una piccola grande famiglia. I tifosi devono essere contenti di quello che stiamo facendo, non gli promettiamo nulla – conclude l’attaccante –, ma possiamo garantirgli il massimo impegno».


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