Regionali, cresce il malcontento dentro i partiti Micari blindato, ticket a destra ancora in forse

Il nodo vero sono le liste. È di questo che si discute in queste giornate frenetiche tra i corridoi di partito, come nei bar, dove di frequente si incontrano i volti dei big della politica siciliana. Ma il teatro nel quale la Sicilia fa da sfondo vuole che, nel frattempo, ciascuno reciti la sua parte. È così per la tenuta dell’alleanza tra Pd e Alternativa popolare di Alfano, che proprio ieri ha sottolineato – per voce di Simona Vicari – di non avere ancora sciolto la riserva su Micari.

Ma voci insistenti racconterebbero invece retroscena legati al pressing di Ap per ottenere il ticket con l’eurodeputato Giovanni La Via in veste di vice del rettore dell’ateneo palermitano. Il parlamentare europeo, dal canto suo, ribadisce di non avere mai chiesto le primarie: «A domanda – racconta a Meridionews – ho semplicemente risposto. Lungi da me privare della paternità della proposta Rosario Crocetta. Sinceramente penso che, vista l’impasse a cui si è arrivati, potrebbero anche essere uno strumento».

Sul fatto che nelle scorse settimane in molti abbiano sponsorizzato il suo nome (anche in casa Dem) per la corsa verso palazzo d’Orleans, La Via ironizza: «Si vede che ho molti amici». Certo, immaginare a questo punto una virata a destra al fianco di Salvini o della Meloni appare improbabile. «Fatico – ammette La Via – a immaginarmi in un progetto antieuropeista. È chiaro che da europeista convinto ho qualche difficoltà coi sovranisti». In ogni caso, nei prossimi giorni Alfano riunirà i suoi per un confronto interno prima di sciogliere la riserva e – anche lì – i mal di pancia non sono pochi. Un po’ perché, nonostante l’accordo su Micari sia blindato da Roma, la ricerca del consenso riguarda poi i singoli candidati e i loro territori lontanissimi, e non si tratta di una misurazione geografica, da Roma. E un po’ perché in molti tra i militanti alfaniani sarebbero ben lieti di tornare ai fasti del passato prospettati da Miccichè e Forza Italia.

Anche in casa centristi non va meglio. Complice anche l’outing di Giovanni Ardizzone, che correrà nella lista dei territori di Orlando, in molti tra i fedelissimi di D’Alia non sarebbero entusiasti di presentarsi in una lista collegiale che comprenda anche gli uomini di Alfano.

Non va meglio a destra, dove l’annunciata conferenza stampa per suggellare il ticket tra Armao e Musumeci non è mai stata convocata. Lì le bocche sono cucite, ma filtra un dato affatto irrilevante: almeno nell’ultimo mese l’avvocato palermitano e l’ex presidente della provincia di Catania non si sarebbero mai seduti allo stesso tavolo a ragionare di questioni elettorali. Insomma, nonostante i proclami e gli annunci, l’accordo sarebbe tutt’altro che chiuso. Anche Roberto Lagalla, il cui nome è più volte tornato in qualità di assessore designato, ha invece ribadito di non avere ancora ritirato la candidatura. Insomma, il puzzle è quasi completo. Ma per sciogliere gli ultimi nodi bisognerà prima assistere a quella che qualcuno tra gli addetti ai lavori ha definito la masculiata finale.


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