Treni, perché i sindacati e i pendolari siciliani protestano Cos’è il contratto tra Regione e Ferrovie ancora bloccato

I treni siciliani rischiano di imboccare l’ennesimo binario morto. Sarà così se non si porrà fine all’estenuante trattativa che vede coinvolti Regione e Trenitalia per la firma del nuovo contratto di servizio 2017-2026 che andrà a sostituire quello scaduto a dicembre 2016. Un documento da cui non si può prescindere se si vuole realmente rilanciare il trasporto ferroviario dell’Isola. In ballo ci sono, infatti, decine di milioni di euro di finanziamenti previsti nel Piano regionale dei Trasporti destinati sia all’ammodernamento del materiale rotabile, sia ai progetti per rendere le linee ferroviarie più veloci e sicure.

Ieri i sindacati Uiltrasporti, Cgil e Cisl hanno alzato la voce in un sit-in organizzato a Palermo davanti la sede dell’Assemblea regionale siciliana. Alla protesta ha partecipato anche una delegazione del personale ferroviario e gli stessi rappresentanti dei pendolari. Da Palazzo dei Normanni sono trapelate rassicurazioni circa l’imminente accordo con Ferrovie dello Stato e l’avvio di un piano che rilanci il comparto ferroviario siciliano.

In attesa del definitivo via libera, cerchiamo di spiegare cos’è il contratto di servizio e quali cambiamenti apporterà al trasporto su ferro della nostra regione.

CONTRATTO DI SERVIZIO
Si tratta di un accordo tra Regione e Ferrovie dello Stato per l’erogazione dei servizi ferroviari da parte di Trenitalia. Il Contratto ha durata decennale e si inserisce nel Piano Trasporti regionale. Attualmente, lo Stato eroga alla Regione 111 milioni di euro a cui si aggiungerebbero gli 83 milioni, previsti dal Piano economico di Trenitalia, che l’Ars è chiamata ad approvare con un emendamento.

I NUMERI SENZA IL CONTRATTO
Attualmente Trenitalia garantisce un rapporto annuo di 9,5 milioni treni/chilometro (cioè i 101 treni che corrono sui binari dell’isola coprono ogni anno in media 9,5 milioni di chilometri) per 35mila viaggiatori giornalieri che utilizzano le 380 corse quotidiane. Secondo i sindacati, la mancata firma del Contratto comporterebbe la riduzione del servizio fino a 8,9 milioni treni/chilometro. E per la sindrome della coperta corta, con la riattivazione del Nodo di Palermo e della linea per Punta Raisi, Trenitalia sarebbe costretta a ridurre i servizi sulle altre direttrici per mantenere l’offerta di collegamento veloce con l’aeroporto Falcone-Borsellino.

I NUMERI CON IL CONTRATTO
La firma del contratto di servizio assicurerebbe, invece, un aumento dei contributi ministeriali che, dagli attuali 111 milioni di euro, lieviterebbero a 128,5 milioni nel 2026. La produzione treni/chilometro aumenterebbe fino a 10,9 milioni nel 2021.

NUOVI TRENI
Nei prossimi anni, Trenitalia ha previsto il rinnovamento dell’ormai vetusto parco rotabili che ogni giorno circola sulle linee dell’Isola. Entro il 2021 il 58 per cento dei convogli siciliani dovrebbe essere nuovo di zecca con l’acquisto di 51 nuovi elettrotreni e l’accantonamento di carrozze e automotrici diesel.

NUOVE LINEE
Parallelamente alla firma del contratto di servizio è in discussione l’accordo quadro con Rete Ferroviaria Italiana per l’ammodernamento e la velocizzazione delle linee siciliane. In alcune direttrici i lavori sono in fase di completamento mentre per altre opere, già finanziate dal governo, i sindacati auspicano una definitiva velocizzazione.

Entro il 2017

– Linea Messina-Palermo (raddoppio tratta Fiumetorto-Cefalù-Ogliastrillo)
– Nodi di Palermo (raddoppio tratta Palermo Centrale-Palermo Notarbartolo)
– Velocizzazione linea Palermo-Agrigento

Entro il 2018

– Linea Catania-Siracusa (velocizzazione tratta Bicocca – Augusta)

Entro il 2019

– Riqualificazione linea Palermo-Trapani (via Milo)

Entro il 2020

– Linea Messina-Palermo (raddoppio Cefalù – Ogliastrillo – Castelbuono)
– Nodo di Palermo (raddoppio tratta Palermo Notarbartolo – La Malfa)

Entro il 2023

– Velocizzazione linea Siracusa-Ragusa-Gela

Non sono ancora certi, invece, i tempi per vedere in funzione la nuova linea Palermo-Catania il cui progetto di raddoppio è ancora in attesa di finanziamento. Attualmente, risultato stanziato un miliardo di euro dei complessivi 6 miliardi necessari al completamento dell’opera. Si dovrebbe procedere per gradi con l’istituzione del secondo binario nella tratta Bicocca-Catenanuova-Raddusa per poi prolungare il raddoppio fino a Fiumetorto.


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