Alcamo, via alla rivoluzione a cinque stelle di Surdi «Gettone ai consiglieri solo con 80% di presenze»

Ad Alcamo già dopo il primo turno si respirava aria di cambiamento. In quello che per anni è stato il feudo del Partito democratico trapanese, la città di Nino Papania, il semplice fatto che al ballottaggio siano arrivate due compagini giovani, relegando i democratici a un paio di poltrone tra i banchi del consiglio comunale è un dato politicamente importante. L’esperienza Bonventre, conclusa anzitempo dopo che il sindaco è stato destinatario di un avviso di garanzia per abuso d’ufficio e lesioni personali, il sospetto della massoneria sull’ex primo cittadino e le ultime vicende giudiziarie che hanno visto coinvolto l’ex vice sindaco, Pasquale Perricone, hanno lasciato il segno sulla cittadinanza. «È un segnale molto importante che si iscrive in una logica nazionale – commenta il neo eletto sindaco del Movimento 5 StelleDomenico Surdi -. Per noi significa avere preso un treno che nei prossimi mesi e prossimi anni può davvero portare un vento di cambiamento».

«La città ha confermato la delusione per le precedenti esperienze amministrative, ma oggi non è più il momento di guardare indietro», prosegue ancora Surdi. «Il messaggio che abbiamo lanciato e che vogliamo portare avanti è quello di amministrare mantenendo la schiena dritta. Questa città ha bisogno di un’amministrazione che metta al centro della propria azione la legalità e il rispetto delle regole. Alcamo deve essere conosciuta non per articoli di giornale che la legano a vicende giudiziarie, ma per la bellezza delle sue risorse naturali ed economiche. Vogliamo portare la città al centro dell’Europa e lo possiamo fare». 

E sulla schiena dritta puntano anche quelli di Alcamo bene comune, compagine uscita sconfitta dal ballottaggio, ma che è stata l’unica a tenere testa ai Cinquestelle nella prima tornata elettorale. «Quattro anni fa c’era gente che aveva paura di dire pubblicamente che sosteneva Abc, il clima non era dei migliori», racconta Caterina Camarda, una dei tre consiglieri eletti in quota alla coalizione che sosteneva Sebastiano Dara. «Abbiamo perso, è stata una sconfitta schiacciante, sì, ma è stato comunque un segnale di cambiamento visto che chi è stato eletto si presenta con tutt’altre credenziali rispetto a Bonventre. Un cambiamento di cui noi ci sentiamo protagonisti per il lavoro fatto in questi anni in consiglio. Non risparmieremo critiche alla maggioranza, ma di certo non faremo ostruzionismo».

E proprio dal consiglio potrebbero arrivare le prime novità. «Appena si sarà insediato – continua Surdi – cambieremo il regolamento per far sì che i consiglieri possano avere diritto al gettone solo se garantiranno almeno l’80 per cento delle presenze. È necessario eliminare gli sprechi della politica e conoscere bene e a fondo la macchina amministrativa perché dobbiamo far sì che il Comune torni a dare servizi ottimali ai cittadini e alle imprese». Un ballottaggio che in chiave maggioranza ha giovato al Movimento 5 stelle, che se avesse vinto al primo turno, come ha rischiato di fare, avrebbe ottenuto meno consiglieri. «Abbiamo dimostrato che non servono grandi coalizioni, ma basta una lista fatta da persone serie e con un progetto credibile da presentare». Risultato frutto di una campagna elettorale molto intensa: «Sono stati in tutto almeno 60 i comizi, compresi gli incontri. Essere riusciti a parlare con i cittadini ci ha premiato». 


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