Ars boccia annessioni a Catania decise da referendum Per una questione linguistica, ma motivi veri sono altri

Ufficialmente sarebbero stati bocciati perché avrebbero proposto l’annessione a un ente mai nato, ma le motivazioni sono ben altre. È successo in commissione Affari Istituzionali all’assemblea regionale, dove ieri sono stati discussi (e bocciati) i disegni di legge sull’annessione di Niscemi, Piazza Armerina e Gela alla città metropolitana di Catania. 

Si tratta di tre disegni di legge nati dai referendum che si sono tenuti nei rispettivi Comuni per chiedere appunto ai cittadini se nel passaggio dalle province ai liberi consorzi avrebbero preferito annettersi all’area alle pendici dell’Etna. Ed eccola lì, tra le maglie della lingua italiana, la motivazione ufficiale: «I ddl – spiega la capogruppo Pd e segretario della prima commissione, Alice Anselmo – proponevano l’annessione al libero consorzio di Catania, un ente che non è mai nato. Per questo motivo abbiamo bocciato in tutti i tre casi il primo articolo della norma, senza nemmeno discutere il resto».

Di diverso avviso il vicepresidente della commissione Affari istituzionali e capogruppo del Pid, Toto Cordaro, che ritiene che con la bocciatura dei ddl si sia bloccato «il tentativo di modificare i collegi elettorali a meno di un anno dalle elezioni regionali. Un tentativo sotto il profilo istituzionale, oltre che normativo, assolutamente inammissibile». Secondo Cordaro, «i comitati di cittadini, di provenienze politiche differenti tra loro, ci chiedevano un ripensamento quando, nei casi maggiori, a recarsi alle urne per i referendum era stato l’8 per cento degli aventi diritto al voto (in realtà a Gela ha votato il 36 per cento degli aventi diritto, a Piazza Amerina il 22 e a Niscemi il 10 ndr)».

Il meccanismo, secondo il vicepresidente della commissione, sarebbe chiaro: «I disegni di legge altro non erano, se non il primo step. Perché è chiaro che nel momento in cui si fosse annessa Piazza Armerina a Catania, qualcuno in maniera surrettizia avrebbe poi voluto adeguare i collegi elettorali, tutto questo con le elezioni regionali alle porte, tra un anno al massimo, forse meno perché dipenderà dal referendum costituzionale di ottobre».

Furiosi, come è possibile immaginare, i comitati di Gela, Piazza Armerina e Niscemi, che hanno visto in pochi minuti di attività in commissione andare in fumo mesi e mesi di lavoro. La bocciatura era già nell’aria durante la precedente audizione dei comitati e dei sindaci – sottolinea Gaetano Buccheri, portavoce del gruppo niscemese -. Pare che i deputati abbiano votato contro perché non hanno ritenuti validi i referendum del 2014 e perché sull’adesione non si siano pronunciati i comuni dell’ente ricevente. Tutto ciò – attacca – è pretestuoso perché lo stesso parlamento regionale con la legge 15/2015 ha previsto per l’adesione dei tre comuni alla Città metropolitana di Catania solo una delibera a maggioranza assoluta dei componenti. E i tre consigli comunali hanno deliberato così come previsto dall’art. 44 di tale legge. Ora la Prima Commissione ha violato la stessa legge che prima aveva approvato. I referendum non sono in discussione». Adesso l’obiettivo è «bloccare le elezioni degli organi di vertice della città metropolitana di Catania e dei liberi consorzi di Caltanissetta e di Ragusa con un ricorso amministrativo al Tar Sicilia e proporremo la stessa cosa ai tre sindaci». A Gela non ne fanno un dramma: «Stanno solo prendendo tempo – sottolinea il portavoce Filippo Franzone -. Dato che le leggi non sono cambiate, la bocciatura da parte della commissione non dovrebbe cambiare nulla, saranno costretti a riproporre la legge identica. Si stanno incartando per non perdere i collegi elettorali, mettendo in campo iniziative che poco hanno a che fare con la democrazia».

Ed è lo stesso primo cittadino di Gela, Domenico Messinese, a denunciare: «La commissione Affari istituzionali all’Ars oggi ha consumato un agguato mortale alla democrazia partecipata. Sull’altare degli individualismi di velluto è stata immolata la volontà popolare. Ci sentiamo vittime di un subdolo tradimento. Lo strappo tra deputazione regionale e cittadini è ormai evidente. Non ci arrenderemo – conclude Messinese – neanche davanti a questa scelta scandalosa e chiederemo conto a chi ha responsabilità dirette o implicite». 

Gli unici, tra le forze politiche dell’Ars, a criticare la decisione della commissione, sono i deputati del Movimento 5 stelle. «La commissione ha fatto un enorme abuso – affermano Matteo Mangiacavallo e Francesco Cappello -. Doveva solo limitarsi a ratificare quanto espresso dai cittadini chiamati a votare il referendum ed invece ha ribaltato la loro decisione con risibili giustificazioni. È la morte della democrazia. In pratica oggi si è ribadito che la volontà popolare per questa classe politica non conta nulla».


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]