Nato il Crocetta quater: «Basta ad altri rimpasti» Ma si attende ancora il nome dell’ultimo assessore

Il Crocetta quater è ufficialmente nato. Il quarto tentativo – in poco più di tre anni e mezzo – di dare alla Sicilia un governo capace di portare a compimento quelle riforme che nel 2012 erano stato annunciate come parte di una rivoluzione inizia dall’aula dell’Ars, dove il presidente della Regione questo pomeriggio ha presentato il nuovo esecutivo.

Per Crocetta, questo sarà l’ultimo cedimento alle richieste dei partiti: «La prossima volta che i partiti politici mi porranno il problema di un rimpasto – ha detto il governatore – farò il governo del presidente. È assolutamente inconcepibile che un governo venga messo in discussione ogni anno». Per completare la nuova giunta, tuttavia, manca ancora un nome, quello di chi riceverà la delega alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica. Assessorato che lo stesso Crocetta ha annunciato di voler «attribuire ai gruppi rimasti senza rappresentanza».

L’esigenza di estendere la maggioranza è confermata dalle parole dello stesso presidente, secondo il quale la nuova soluzione garantirà alla Sicilia un traghettamento «verso un approdo sicuro» e trarrà forza dal filo rosso che lega direttamente i singoli assessorati ai partiti: «Non servirà alcun vertice di maggioranza per definire le linee programmatiche – ha specificato Crocetta – perché gli assessori rappresentano a pieno titolo i partiti che li hanno proposti. È un accordo politico che vede coinvolti prima di tutto il Pd, l’Udc e le altre forze». Tuttavia, non mancano già le prime frizioni come nel caso dei parlamentari di Sicilia Futura, i quali, dopo gli annunci dei giorni scorsi sulla possibilità di non sostenere il nuovo governo in seguito alla mancata rappresentanza in giunta, hanno abbandonato l’aula durante il discorso di insediamento.

Il quarto atto dell’esperienza dell’ex sindaco di Gela alla guida della Sicilia passerà ancora una volta dal rapporto con il Pd e, nello specifico, con il suo segretario regionale Fausto Raciti: «C’è da definire la posizione del dodicesimo assessore nel giro di qualche giorno. Vorrei discuterne anche con Raciti che torna da Roma stasera, ma credo che l’incontro servirà ad allargare la maggioranza, non a creare ulteriori fibrillazioni» ha commentato il governatore. Il sostegno del Partito democratico arriverebbe anche da Roma: «È parere anche del vicesegretario nazionale del Pd Guerini che dobbiamo portare avanti questa esperienza e che dobbiamo farlo sino alla fine» ha assicurato Crocetta. Che potrà contare anche sugli accordi tra Nuovo centrodestra e Udc: «Abbiamo un’alleanza che sostanzialmente ripercorre quello che era lo schema con i quale ci siamo presentati alle elezioni regionali – ha dichiarato Crocetta parlando della nuova maggioranza -. L’unico elemento di novità credo sia la formazione dell’intergruppo Ndc-Udc che ha imposto delle riflessioni politiche delle quali dovevamo tenere conto e che contribuisce a dare maggiore serenità, poiché l’Ncd ha detto che intende sostenere quelle leggi che ritiene positive e importanti per la Sicilia». 

Con il nuovo governo, inoltre, secondo il presidente si mette definitivamente in cantina l’ipotesi elezioni anticipate: «Questi sogni credo siano finiti per tutti» ha detto Crocetta, che ha poi alluso ai «falsi dossier» che negli ultimi tempi sarebbero stati creati con l’unico intento di mettere fine al suo corso politico. Riguardo, invece, agli obiettivi del nuovo esecutivo, il governatore ha fatto appello all’aula per stipulare «un patto di lealtà» per affrontare temi come «lo Sblocca Sicilia, l’introduzione del principio di responsabilità dei burocrati, la sburocratizzazione, la formazione professionale». Nella speranza, questa volta, di riuscirci. 


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