Open data, i cittadini sostituiscono la Regione Nasce il portale non ufficiale per la trasparenza

Un’idea talmente semplice che il governo regionale non riesce ad attuarla. Così a mettere su un sito i documenti prodotti dalla Regione siciliana ci ha pensato il gruppo Open Data Sicilia. Dalle retribuzioni dei dirigenti ai bandi di concorso dal 2005 al 2015 in formato pdf, attualmente sono 206 le fonti di dati reperiti dal gruppo di lavoro. «Siamo un gruppo di cittadini – si legge nel portale – con diverse storie, competenze, professioni. Siamo accomunati dalla genuina volontà di contribuire a migliorare la qualità della vita della nostra comunità». 

Il progetto ha come obiettivo la raccolta organica della mole disorganizzata di informazioni sparse sul web. Così come dichiarato sulla home page realizzata da Andrea Borruso. «Il Non-Portale Open Data della Regione Siciliana vuole essere un unico punto di accesso ai dati (in formato aperto e non) della Regione Siciliana che sono distribuiti in decine di siti». Il fondatore è Marco Alfano, che già nel 2011 si era occupato, in qualità di consulente dello Stato, di Open Data in Sicilia. Era riuscito a far pubblicare i primi dati siciliani in formato open, cioè liberamente utilizzati, riutilizzati e redistribuiti senza vincoli d’autore. Poi però il progetto di realizzare un portale regionale, a livello istituzionale, non si è mai concretizzato. Fino al 2015, quando invece Alfano ha trovato alcuni «compagni di viaggio» (Joska Arena, Andrea Borruso, Cristiano Longo, Alessandro Pernice e Giuseppe Reale) che lo hanno supportato con entusiasmo. 

«L’obiettivo è di fungere da stimolo per l’amministrazione regionale – spiega Alfano – affinché si attivi per rilasciare i dati che possiede in formato aperto e possa creare prima possibile il portale Open Data, rispondendo così alle esigenze informative dei cittadini e della pubblica amministrazione, così come già avviene da tempo in molte regioni italiane». A ben vedere un tentativo regionale di contenitore unico esiste già ma, oltre ad avere un indirizzo ancora provvisorio e ostico da digitare, risulta piuttosto carente. Alfano individua nell‘assenza di collegamenti e di una visione unitaria la causa. «Ogni dipartimento regionale, e spesso anche gli uffici all’interno, agisce come un’entità a sé stante e scollegata dalle altre strutture e genera dati, documenti e informazioni che vengono veicolati attraverso siti creati ad hoc creando una moltitudine di siti e una enorme dispersione delle informazioni». Col risultato che il nuovo sito «a causa della sua scarsa flessibilità è stato utilizzato pochissimo dalle varie strutture che hanno continuato ad utilizzare i siti precedenti o, addirittura, ne hanno creato di nuovi». 

Le potenzialità del Non-Portale sono enormi e ancora largamente inesplorate. «Vogliamo aumentare i contenuti – conferma l’ideatore del sito – in funzione soprattutto delle richieste che possono pervenire dalla collettività, chiedendone anche la pubblicazione laddove non fossero pubblicati da nessuna parte». Ma a cosa è dovuta davvero una carenza così clamorosa da parte della Regione, soprattutto per quel che riguarda i dati open che sono previsti per legge? Semplice ignoranza di un personale tra i più vecchi in Italia, burocrazia persa tra mille rivoli o altro? «La pubblicazione dei dati in formato aperto non viene quasi mai praticata – sostiene ancora Alfano – se non per quanto strettamente previsto dalla legge, perchè in generale è ritenuta una perdita di tempo se non, addirittura, un pericolo per via della troppa trasparenza». Simili presupposti non lasciano ben sperare per un assorbimento istituzionale o per un nuovo slancio. Il Non-Portale però è solo agli inizi. «È un lavoro fatto dalla collettività per la collettività e da questa ci aspettiamo supporto e aiuto per andare avanti. Non di meno siamo assolutamente disponibili ad interagire con chiunque (dipendente regionale, politico, ecc.) che abbia interesse a portare avanti il progetto nell’interesse di tutti».


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