È ufficiale: Giovanni Pistorio neo assessore Crocetta: «In linea con idee Governo. Nessun rimpasto»

Alla fine è arrivata anche l’ufficialità. È Giovanni Pistorio, leader dell’Udc in Sicilia, il neo assessore regionale alla Funzione pubblica. A battezzarlo è stato lo stesso presidente della Regione Rosario Crocetta, dopo l’addio, ieri, di Ettore Leotta, che con una lettera inviata allo stesso governatore ha rassegnato le dimissioni. «Irrevocabili» aveva spiegato a MeridioNews. Una nomina, quella di Pistorio, ex assessore regionale nel Governo Cuffaro, che Crocetta ritiene «perfettamente funzionale» al progetto di riforme proposte al Parlamento. 

Il riferimento, ovviamente, è alla grande incompiuta, la riforma che prevede l’abolizione delle province e la nascita dei liberi consorzi e delle città metropolitane. Pistorio, che finora ha ricoperto anche l’incarico di capo della segreteria particolare di Leotta, insomma ha dalla sua il vantaggio di aver seguito dall’inizio il complicatissimo affaire province. A confermarlo è lo stesso Crocetta, ribadendo che «Pistorio ha condiviso l’impostazione di dare autonomia ai sindaci e alle città, sposando appieno la linea di decentramento che sia il governo, sia le forze che lo sostengono vogliono portare avanti». Insomma, dice il presidente della Regione siciliana l’uomo forte dell’Udc in Sicilia è sulla stessa lunghezza d’onda.

Ma una cosa il governatore tiene a precisarla. Ad alleati e avversari. Non si tratta di «un rimpasto generalizzato», perché «la stabilità del governo in questa fase di rilancio della politica delle riforme, è totalmente indispensabile».

Al neo assessore arrivano, intanto, «gli auguri di buon lavoro» di Fausto Raciti, segretario regionale del Pd. «A Giovanni Pistorio – dice – spetta, all’interno del governo regionale, un ruolo di responsabilità ad iniziare dall’impegno del ddl di completamento della riforma delle province e istituzione di Liberi consorzi e città metropolitane. La maggioranza ha di fronte a sé sfide importanti ‎e tutte le componenti, ad iniziare da Pd e Udc, sono chiamate al massimo della responsabilità». 


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