Codice appalti, esperti a confronto su riforma Pitruzzella: «Direzione giusta, ora battaglia a corruzione»

Una riforma che è insieme un grande cambiamento culturale. È la legge delega che cambia il codice degli appalti recependo le direttive europee. Ieri il Senato ha approvato il testo in prima lettura a larga maggioranza e oggi il tema è stato al centro della tappa palermitana del forum “Appalti pubblici: lotta alla mafia ed alla corruzione – Rischi ed opportunità nella prospettiva dell’imminente recepimento delle direttive europee in materia di appalti e concessioni”. Promosso da Fnip-Confcommercio (la Federazione nazionale delle imprese di pulizia) e Confcommercio, il dibattito, a Palazzo delle Aquile, è stata l’occasione per un confronto a 360 gradi. 

Un testo che per Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato «va nella giusta direzione. È una delle importanti riforme strutturali che governo e parlamento hanno messo in cantiere – ha detto durante il suo intervento -. È importante parlarne a Palermo perché anche a partire da questa legge si sta svolgendo un’opera di grande cambiamento culturale. Qui è nata una reazione forte e decisa contro la criminalità organizzata e la Sicilia deve essere all’avanguardia nel condurre una battaglia contro l’altro cancro dell’economia che è la corruzione». 

Una battaglia, che secondo Pitruzzella «si può vincere», perché la corruzione è «una tassa occulta che grava sul sistema economico, una causa di perdita di competitività del Paese. Razionalizzare il sistema degli appalti serve, da un lato, per contrastare la corruzione e, dall’altro, per riprendere un cammino di crescita per il Paese». Tra le novità previste dalla legge ci sono lo stop agli appalti in deroga e alle varianti in corso d’opera, la semplificazione, il rafforzamento della progettazione, l’introduzione di rating prestazionali e di legalità per imprese e stazioni appaltanti.

«Affrontare il tema della lotta alla mafia e alla corruzione è molto importante – ha detto il sindaco Leoluca Orlando -: sono due temi strettamente correlati tra di loro. Perché occorre creare un clima favorevole che permetta agli imprenditori di pensare che stare dalla parte della legalità non solo è bene, ma è anche conveniente. È necessario evitare un sovraccarico di norme e di burocrazia anticorruzione che finiscono per dar vita ad una corruzione più sofisticata». 

Il testo è stato incardinato lo scorso gennaio presso la commissione Lavori pubblici di Palazzo Madama. E, adesso, deve ancora compiere due passaggi importanti: il vaglio della Camera per la seconda lettura e l’attuazione attraverso il decreto delegato, al quale stanno già lavorando i tecnici del Governo. «Bisogna creare consenso popolare attorno a questo concetto – ha detto Michele Corradino, uno dei cinque commissari dell’Autorità nazionale anticorruzione -: quello che è avvenuto a Palermo negli anni ’90, quando la lotta alla mafia è diventata un tema nazionale. Questo stesso afflato deve venire fuori anche contro la corruzione».

Corradino giudica positivamente una delle novità introdotte: ossia l’albo dei commissari, che non saranno più scelti dalle amministrazioni, con «il rischio che mettano qualcuno colluso col sistema, al contrario saranno scelti da un’albo gestito dall’Anac. Il grande tema che emerge da tutta la normativa è la professionalizzazione delle pubbliche amministrazioni – ha concluso -, oggi in Italia abbiamo 36mila soggetti appaltanti, con la nuova normativa, invece, ci sarà una riduzione delle stazioni appaltanti e soprattutto una professionalizzazione, non tutti potranno fare tutto. L’Anac terrà un albo indicando sulla base di professionalità e sulla base delle risorse potranno gestire gli appalti».


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