Un duro j'accuse - scritto dall'ex dirigente comunale Sciascia e contenuto in un libro presentato recentemente in città - contro vecchie e nuove amministrazioni Pd. Fatti non nuovi ma che continuano a infiammare la campagna elettorale. E che, secondo l'autore, si ripercuotono ora a livello regionale
Gela, «il sistema Crocetta» agita il pre-voto Dal flop fotovoltaico alle concessioni a Mc Donald’s
«Sul banco degli imputati non ci sono solamente Crocetta o Fasulo, ma un sistema marcio di potere». Non le manda a dire l’avvocato Giuseppe Arnone, politico agrigentino di lungo corso e candidato sindaco nella città dei Templi, alla presentazione del «Libro bianco sull’amministrazione comunale di Gela». Scritto dall’ingegnere in pensione Roberto Sciascia, ex dirigente del Comune di Gela. L’obiettivo del documento, come si legge nella descrizione dell’evento, «è mettere a nudo gli ultimi dieci anni di amministrazione Pd a Gela, portando alla luce un sistema corrotto che parte dall’amministrazione Crocetta e arriva fino ai giorni nostri, spulciando tra vari documenti, atti e delibere comunali».
Il volume autoprodotto è ricco di denunce suffragate da atti pubblici, riportati su carta e sul cd in allegato. Ad ascoltare il lungo elenco ci sono quattro candidati a sindaco: Domenico Messinese, del Movimento 5 Stelle (più un nutrito numero di attivisti), Saverio Di Blasi con la lista Trinacria (anche lui da anni denuncia quel che definisce «il malaffare della cricca gelese»), Lucio Greco e Peppe Di Dio. Più David Melfa, fratello dell’imprenditore Maurizio, anche lui candidato con lista Ripartiamo da zero.
Nel libro le vicende trattate sono perlopiù già note, ma hanno l’innegabile dote di essere intrecciate da un ex addetto ai lavori. Quello che ne viene fuori è un violento j’accuse. Il linguaggio utilizzato è spesso sarcastico, tanto che lo stesso Arnone in premessa ci tiene a precisare che Sciascia «ha peccato a volte di scarsa continenza, ci sono battute ironiche che sarà difficile difendere».
Il primo capitolo è destinato a quello che sarebbe dovuto diventare il più grande parco fotovoltaico d’Europa. Inaugurato con tanto di buffet a base di ostriche nel 2013, di quel parco al momento restano solamente gli espropri effettuati ai piccoli proprietari terrieri. Al quarto capitolo trova spazio «l’operazione Big Mac», ovvero le concessioni date al gruppo Mc Donald’s al prezzo di 12mila euro l’anno. Una vicenda che ha scatenato molte polemiche e che ha visto l’opposizione anche di pezzi interni al Partito democratico. «Si è sacrificato l’interesse pubblico – è il commento di Arnone – per un pessimo interesse imprenditoriale».
Secondo l’autore del libro, il sistema di potere di Crocetta, partito dalla città di Gela, si ripercuote adesso anche a livello regionale e nazionale. Una delle prove sarebbe la parabola dell’ex questore di Gela Antonio Malafarina che si è ritrovato ad essere braccio destro dello stesso presidente e deputato regionale, eletto con la lista del Megafono. Senza dimenticare, ricorda Arnone, «il settore più inquinato della Sicilia: cioè il sistema dei rifiuti, per il quale sono saltati prima il governo Lombardo e poi l’ex assessore Marino», anche questo raccontato attraverso una mole di documenti nel capitolo dedicato alle «folli spese dell’Ato».
Nonostante i duri toni accusatori odierni, lo stesso Arnone fino a non molto tempo fa era politicamente vicino a Giuseppe Lumia, tra i principali sponsor di Crocetta, adesso da lui definito il «senatore della porta accanto». Ora invece l’ex leader ambientalista siciliano chiede scusa per averli appoggiati. E rincara la dose: «Crocetta rappresenta il peggio, ma è più facile arrestare un superkiller che mandarlo a processo».
L’incontro scuote il dibattito politico a Gela, a pochi giorni dalle elezioni amministrative. Ne sono consapevoli gli organizzatori, ovvero i ragazzi e le ragazze del Movimento giovanile per l’identità gelese. «Il nostro scopo – affermano – è riscoprire i veri valori, abbattere il muro d’omertà per dare un freno alla politica ingorda».