Pa-Ct, Ryanair prepara studio di fattibilità L’assessore incontra le società aeroportuali

In attesa delle bretella da tre chilometri – per cui il tempo stimato è di tre mesi – e la ben più lunga attesa per la ricostruzione del viadotto Himera – tra i 18 e i 24 mesi secondo il ministero delle Infrastrutture – la politica discute del collegamento aereo tra Palermo e Catania. Preso in seria considerazione come alternativa per unire le due principali città siciliane, a seguito della chiusura di un tratto di autostrada A19. Dopo gli annunci del sindaco di Catania Enzo Bianco e di Fabio Giambrone, numero uno della Gesap, la società che gestisce lo scalo di Palermo, arriva il momento degli incontri.

Domani l’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo, incontrerà la Gesap e la Sac, la società a partecipazione pubblica che si occupa dell’aeroporto Fontanarossa e di quello di Comiso tramite la controllata Soaco. «Chiederò loro di illustrare in maniera concreta e puntuale le ipotesi percorribili sul collegamento aereo Palermo-Catania. Bisogna capire qual è il numero di frequenze, i posti disponibili per i passeggeri e che tipo di servizi connessi possono essere previsti». Il tavolo è previsto a mezzogiorno nella sede dell’assessorato a Palermo. 

Oggi intanto Giambrone, presidente della Gesap, ha discusso a Palermo con i vertici di Ryanair. La compagnia irlandese si sarebbe impegnata a realizzare uno studio di fattibilità per il collegamento aereo e avrebbe garantito che entro la fine del mese incontrerà il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. 

Non solo Palermo e Catania. In queste ore anche Comiso si fa avanti. E’ il deputato dell’Udc Orazio Ragusa a chiedere l’istituzione di un collegamento tra l’aeroporto ragusano e Palermo, per alleggerire il traffico del Sud-est della Sicilia. Anche questo sarà oggetto di confronto domani in assessorato a Palermo. A questo fine al tavolo dovrebbe partecipare anche la compagnia Fly Hermes, che sarebbe disponibile a prevedere il volo. «La riunione di domani – afferma Ragusa – dovrà consentirci di comprendere se ed in che modo l’area iblea, allo stato attuale più marginalizzata del solito dal punto di vista infrastrutturale, potrà rientrare in questo contesto di alleggerimento dei tempi di percorrenza del tragitto verso le aree del Palermitano».

Intanto importanti organizzazione di Palermo e Trapani – quali Cisl, Confcommercio, Confindustria, Adiconsum e Confartigianato – hanno avviato una class action contro la pubblica amministrazione per i danni economici causati dalla chiusura dell’autostrada. E’ stato dato mandato all’avvocato Alessandro Palmigiano di agire affinché la pubblica amministrazione si attivi immediatamente per risolvere il disservizio. La legge prevede che qualora non vi sia risposta, o un programma di intervento, entro 90 giorni dalla diffida, le associazioni che fanno ricorso possono chiedere al tribunale amministrativo di emettere un provvedimento, nominando anche un apposito commissario che possa, sulla base delle risorse esistenti, supplire all’eventuale inerzia o ai ritardi della pubblica amministrazione. 

Ma le organizzazioni vanno oltre, ipotizzando la richiesta di risarcimento nei confronti di Anas, o di altri soggetti. «È evidente – si legge in una nota congiunta – che Anas, quale ente proprietario dell’autostrada, aveva un preciso obbligo di manutenzione in maniera diligente e costante. Se emergerà dagli atti che vi erano, o vi potevano essere, delle avvisaglie di questo crollo e che Anas (o altri enti) non ha fatto tutto quanto in suo potere per intervenire, è evidente che ciò la potrebbe esporre a delle azioni risarcitorie da parte dei cittadini o dalle imprese danneggiate».


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