Un laboratorio politico, formato da elementi trasversali, all'interno del quale scegliere il prossimo candidato sindaco. Oltre ai due principali partiti si trovano anche autonomisti ed ex di Alleanza nazionale. I coordinatori regionali: «Nessun accordo». E intanto c'è chi parla di «Frankenstein elettorale»
Agrigento, alle primarie coalizione tra Pd e Forza Italia Ma i vertici dei partiti smentiscono l’accordo elettorale
C’è la coalizione, anzi no. Sembra avvolta nel mistero la creazione di Agrigento 2020, il laboratorio politico che vede riuniti Partito democratico e Forza Italia in una coalizione per trovare il nome da presentare alle elezioni amministrative nel capoluogo girgentano della prossima primavera. L’accordo è stato sancito durante un incontro che ha visto presente anche il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, il vicesegretario regionale di Forza Italia Riccardo Gallo, il segretario provinciale del Pd Peppe Zambito oltre ad altri esponenti politici come Mariella Lo Bello, Maria Iacono, Nelli Scilabra, Angelo Capodicasa, Maro Zambuto, Salvatore Cascio. Il nome da candidare alle amministrative verà scelto all’interno di una compagine che metterà assieme i due partiti assieme a diverse anime: Sicilia democratica, Medafono, Pdr e Voce siciliana. Una grosse koalition comprendente nomi che vanno dagli ex di Alleanza nazionale agli autonomisti. Unico assente l’Udc che correrà con un proprio nome, Calogero Firetto, sindaco di Porto Empedocle.
Dai primi dettagli emersi, sono quattro i candidati che prenderebbero parte alle primarie per la poltrona di sindaco. Silvio Alessi, presidente della società calcistica dell’Akragas, considerato vicino al leader del Pdr Michele Cimino e a Patto per il territorio; Peppinello Vita, imprenditore e fratello di Maria Pia Vita, ex presidente del consiglio comunale, di corrente An; Epifanio Bellini, segretario del circolo Berlinguer del Pd e Piero Marchetta, commercialista ed ex Mpa.
Se in un primo momento i giochi sembrerebbero fatti, poco dopo l’annuncio della creazione del gruppo, in molti – da entrambi i fronti interessati – si sono affrettati a negare. «Nessun accordo con Forza Italia, ad Agrigento c’è una intesa con alcuni movimenti civici tra cui Patto per il territorio che al suo interno ha anche ex esponenti di Forza Italia, ma che hanno deciso di aderire a quel progetto», afferma Fausto Raciti, segretario del Pd siciliano. A lui fa eco Marco Falcone, capogruppo del partito di Silvio Berlusconi all’Assemblea regionale siciliana: «Ogni riferimento a intese col Pd è destituito di fondamento, stop alle polemiche», dichiara netto. Forza Italia riunirà sabato a Palermo la segreteria regionale e sarà lì che – assicura il deputato – verrà presa la decisione relativa alle amministrative di Agrigento.
Ma intanto la novità irrompe nel dibattito politico regionale, già alle prese con un’altra unione eccellente che ha visto Articolo 4 confluire nel partito di Matteo Renzi non senza critiche. Su Twitter il deputato regionale del Pd Fabrizio Ferrandelli scrive: «Se la notizia fosse confermata, tra Pd e Fi patto della Concordia sarebbe, altro che Nazareno. Posso non concordare all’ombra dei templi?». «Ad Agrigento il Partito democratico ha costruito un autentico Frankenstein elettorale. Evidentemente ai vertici del Pd non basta la recente campagna acquisti di reduci di Cuffaro e Lombardo», attacca Erasmo Palazzotto, di Sinistra ecologia e libertà.