Ferrovie lasciano a piedi Sicilia e Calabria Cosa servirebbe nel nuovo contratto di servizio

Stampa e web in queste ore, danno conto della disfatta: i treni stanno lasciando a piedi 5 (+2) milioni di cittadini italianiSicilia e Calabria in abbandono, il Sud sprofonda: tutto il resto è chiacchiera. Lo stop all’attraversamento dello Stretto dei treni è stato confermato lo scorso 28 febbraio dal sottosegretario Umberto Del Basso De Caro in commissione Trasporti. «È attualmente allo studio l’ipotesi di una rottura di carico tramite l’utilizzo dei nuovi e più moderni collegamenti veloci – ha spiegato – L’ipotesi di progetto dovrà prevedere anche interventi infrastrutturali (tapis roulant, scale mobili, ecc.) tali da agevolare al massimo i viaggiatori senza tuttavia impattare in alcun modo sugli attuali livelli occupazionali».

Le Ferrovie dello Stato sono di proprietà del ministero dell’Economia, e con lui bisogna parlare: in questi giorni è in discussione in Parlamento il contratto di servizio con le Ferrovie. Sicilia e Calabria non hanno ricevuto nemmeno un euro dei soldi per l’Alta velocità, si parla di 100 miliardi di euro. Regioni che, pur senza finanziamenti, possono avere un treno veloce. Un treno serio a costo zero per lo Stato Italiano, perché zero sono i soldi spesi per infrastrutture. Il da farsi lo hanno spiegato in tanti: Comitato pendolari siciliani, Orsa, Cgil, Uil, ferrovie in Calabria, e tantissimi altri in siti internet e giornali online.

Andando con un riassunto per punti:

Tempi sulle tratte

Villa San Giovanni-Roma. Oggi il viaggio dura 5 ore. Con tre mosse si va a 4 ore: bypass di Napoli tramite la linea passante a monte del Vesuvio; solo due fermate Paola e Lamezia; eliminazione di tutti i recuperi di tempi inseriti in orario. Messina- Villa. Tra la partenza da Messina e la ripartenza da Villa oggi si impiegano 100 minuti. Traghettando senza scomposizione e ricomposizione si potrebbero guadagnare tra 30 e 40 minuti.

Catania-Messina si può puntare a farla in un’ora. Palermo-Messina si può puntare a 2 ore e mezza.

Treni

Con questi tempi si organizzano tre treni da Sicilia e Calabria.

Uno parte da Palermo, e impiega 7 ore e mezza, uno parte da Catania e impiega 6 ore, uno parte da Villa (Reggio) e impiega 4 ore.

Stessi tempi e stessi treni da Roma per Reggio, Catania e Palermo.

Gli orari

Non c’è bisogno di grande progettualità. Da Catania partenze alle 6 di mattina, alle 8 da Villa, arrivo a Roma alle 12. Da Palermo partenza alle 5 e mezza, da Villa alle 9, arrivo a Roma alle 13. Da Reggio alle 7 meno un quarto, da Villa alle 7, arrivo a Roma alle 11, oppure tutto un’ora prima. Analoghi treni in partenza da Roma. Analoghi treni per il pomeriggio. Così tre coppie di treni di mattina e tre coppie di treni il pomeriggio collegano Sicilia e Calabria con Roma. 

Domanda prevista

È ampiamente superiore a quella necessaria per ripagare i costi di esercizio. Quindi nessun assistenzialismo per favorire gli utenti della Calabria e della Sicilia.

Personale

Il servizio produce un utile netto in base all’alta quantità di utenza. I macchinisti ed il personale tutto, potrebbero ben lavorare in questi servizi. Quindi nessun assistenzialismo per favorire i ferrovieri del Sud.

Antenna per la Sicilia

Nel caso in cui si punti ad aumentare la domanda di utenza, è sufficiente attivare una corsa di aliscafo Messina-Villa. In questo caso in 4 ore e 20 minuti si avrebbe il Messina-Roma: sarebbe il collegamento più veloce tra Messina e la capitale.

Quindi nessun assistenzialismo per favorire gli utenti della Sicilia.

Data di attivazione

Non bisogna fare nulla nelle linee.

Data di attivazione 1 giugno 2015 con il nuovo orario ferroviario. Bisogna riorganizzare le tracce ferroviarie che insistono sulla linea, e quindi riverificare l’accesso a Roma.

Attori

È necessario un impegno diretto della Regione Sicilia e della Regione Calabria. I Parlamentari calabresi e siciliani impegnati nell’approvazione del contratto con le ferrovie devono fare sentire alta e forte la loro voce, e se necessario un «No» secco. Le quattro città metropolitane sono chiamate alla loro prima verifica.

Dopo i passi falsi emersi dal Comunicato del Ministero che sottolineava improprie «condivisioni» in Sicilia e Calabria, c’è bisogno di unità, conoscenza e competenza. È decisivo un incontro tra presidenti delle due Regioni, sindaci metropolitani, Parlamentari siciliani e calabresi delle commissioni Trasporti, e il ministro dell’Economia. Non solo bisogna mantenere gli intercity esistenti, bisogna mettere i treni qui descritti. 

Associazioni, sindacati, comitati seguono con attenzione. I cittadini dello Sprofondo Sud esigono risposte.

Testo di Francesco Russo, docente di Pianificazione dei sistemi di Trasporto all’UniMediterranea di Reggio Calabtria


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