Neonata morta, il ministro Lorenzin alla Camera «Se la Regione non agisce, pronti a sostituirla»

«Catania non ha attuato la norma e non ha applicato il protocollo sul trasporto neonatale di emergenza». Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin relaziona alla Camera dei deputati, durante il question time, sul caso di Nicole, la neonata morta lo scorso 12 febbraio in un’ambulanza privata mentre veniva trasportata dalla clinica Gibiino di Catania all’ospedale di Ragusa, dopo non aver trovato posti liberi nelle Unità di terapia intensiva neonatale etnee. 

Il numero uno del dicastero illustra gli esiti di quella che definisce «una task force straordinaria che da ora in avanti diventerà un modello operativo». E parte subito dalle inefficienze accertate: «A Catania non è garantito un trasporto neonatale come dovrebbe esserci in base alla legge e come c’è in altre province d’Italia e della stessa Sicilia. Se fosse stato applicato il protocollo quantomeno avremmo fatto tutto quello che era previsto per dare un’assistenza tempestiva». Così invece, secondo il ministro, non è stato. Vengono individuate responsabilità anche a carico della clinica catanese Gibiino, dove la piccola è nata. «Dai primi esami è emersa una scarsa capacità della clinica di procedere alla stabilizzazione della neonata, va incrementata la formazione del personale». 

La task force inviata dal ministero ha accertato «gravi lacune» nella comunicazione tra il punto nascita e la centrale del 118. «Disfunzioni – precisa Lorenzin – rilevate ascoltando le telefonate intercorse quella sera». Sono risultate rispondenti ai criteri di legge invece le Unità di terapia intensiva neonatale nell’Isola. «In Sicilia ci sono 114 posti nelle Utin, 34 in più del numero previsto. Il problema – sottolinea il ministro – sta nella loro gestione. Perché Nicole non lo ha trovato? Sarà mia cura verificare anche tramite l’analisi delle cartelle cliniche dei bimbi ricoverati l’appropriatezza dell’uso dei posti letto a Catania».

In generale il ministro ha sferzato la Regione, definita tra quelle «sotto tutela», nel realizzare la rifunzionalizzazione della rete ospedaliera. «Dal 2012 il ministero segnala mancanze alla Regione, con una serie di report, a seguito dei quali sono state fatte alcune delibere di giunta. L’ultimo provvedimento ci è stato trasmesso il 14 gennaio. In particolare sui percorsi nascita, la Regione tende ancora a conservare punti nascita sotto i 500 parti all’anno, per noi è inconcepibile. Queste strutture rappresentano un pericolo per le madri e per i bambini». 

Cosa accadrà adesso? «Non c’è nessuna volontà di fare un processo penale – continua il ministro – questo spetta ad altri, ma un fatto come questo si può ripetere e bisogna agire in fretta. A Catania, ripeto, non è stato applicato il protocollo sul trasporto neonatale d’emergenza. Una delibera dell’assessore regionale rinvia l’applicazione al 1 settembre 2015. Sarà il caso di affrettare i tempi, il ministero affiancherà e coadiuverà la Regione per mettere in atto il protocollo e garantire la sicurezza dei cittadini. Sarà seguito un percorso chiaro ed evidente a tutti. Ci aspettiamo al più presto provvedimenti dalla Regione Sicilia, altrimenti li prenderà in via definitiva il ministero».


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Sul caso delle piccola Nicole, morta sull'ambulanza dopo non aver trovato posto nelle Unità di terapia intensiva neonatale etnee, relaziona la numero uno del dicastero sulla Salute. Che individua «gravi lacune» nella comunicazione tra punto nascita e 118. «I posti nelle Utin sono 34 in più del previsto, il problema sta nella loro gestione», afferma il ministro

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