Il blitz del parlamentari grillini nel Cara di Mineo «E’ una bomba ad orologeria. Ma la Regione che fa?»

Una delegazione del Movimento 5 Stelle composta da Ignazio Corrao, capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, il senatore Mario Giarrusso, i parlamentari della Camera dei Deputati Gianluca Rizzo, Marialucia Lorefice e dal deputato regionale Francesco Cappello è stata poche ore fa in visita ispettiva al Cara di Mineo. I parlamentari stanno incontrando alcuni operatori del centro e decine di ospiti per comprendere le condizioni di vita all’interno della struttura, oltre che le condizioni lavorative degli operatori, delle forze dell’ordine, con particolare focus sulla proporzione tra il numero di organico delle stesse forze dell’ordine e gli 3607 ospiti del centro tra i quali 114 somali, 975 nigeriani, oltre 1000 ospiti di Gambia e Mali, 307 pakistani, 316 senegalesi. Uno dei picchi massimi è stato il 15 Luglio 2014 con la presenza di 4.129 ospiti.

«Questo Cara – dichiara Corrao – è stato creato dalla Lega e da Berlusconi, quindi ritengo inutili e pretestuose le passerelle dei miei colleghi in Europa ed in particolare di Salvini che nel 2011, grazie al governo Berlusconi in concorso con l’allora ministro dell’interno Maroni, ha avallato anche la creazione di questo mega accampamento che oggi invece addita come la causa di tutti i mali. È stato comunque molto curioso notare che tutti i migranti ricevono pacchi di Marlboro, che poi rivendono per racimolare qualche spicciolo. Nel complesso le condizioni di vita degli ospiti e degli operatori sono buone, ma è chiaro che l’inchiesta romana ha palesato un presunto business sul quale la magistratura sta già indagando».

«È scandaloso che la Regione non si sia mai occupata del proprio territorio – dichiara il deputato Ars Francesco Cappello – e che non abbia mai sollecitato il governo nazionale a porre in essere i rimedi necessari per scongiurare una bomba sociale ad orologeria e ad evitare che su queste persone si crei un business dell’accoglienza denominato sfacciatamente industria dell’accoglienza».


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