I due argomenti di Sala d’Ercole e Commissione Finanze Censura per Patrizia Monterosso e mutuo da 2 miliardi

Oggi, a Palazzo Reale, sede del Parlamento siciliano, vanno in scena due appuntamenti importanti: in Aula si dovrebbe materializzare la mozione di censura al segretario generale della presidenza della Regione, dottoressa Patrizia Monterosso; mentre in Commissione Bilancio e Finanze dovrebbe iniziare la discussione sul nuovo mutuo da 2 miliardi di euro annunciato dal Governo regionale di Rosario Crocetta. 

Cominciando dal secondo argomento e provando ad anticipare quello che potrebbe succedere, non dovrebbero mancare le polemiche. Legate alla superficialità e all’irritualità con la quale il governo ha presentato un argomento così importante. A noi capita spesso di sottolineare – e talvolta di stigmatizzare – certi fatti politici e amministrativi che hanno caratterizzato la vita del Governo regionale presieduto da Raffaele Lombardo tra il 2008 e il 2012. Ma dobbiamo riconoscere che, rispetto all’attuale esecutivo, quello era un Governo di grande dignità istituzionale. 

Ricordiamo che tra il 2008 e il 2009 – quindi per quasi un anno – la politica siciliana ha dibattuto il tema del Piano di rientro dal deficit sanitario. L’allora assessore alla Salute, Massimo Russo, spesso aspro nel confronto politico, con grande sensibilità istituzionale – e quindi con grande rispetto per le istituzioni – illustrò la sua idea. Alle spalle aveva una maggioranza politica in via di definizione (in quei mesi di consumava il ribaltone). Ma aveva, soprattutto, un progetto per la sanità siciliana.

Il Piano di rientro dell’assessore Russo diventò realtà. Nelle casse della Regione entrarono 2,6 miliardi di euro di provenienza statale. In tre anni il deficit è stato azzerato. E, piano piano, la Sicilia sta restituendo il prestito. Tutto questo, lo ribadiamo, con un dibattito politico al quale Lombardo e Russo non si sono sottratti.

Di fatto, da qualche giorno, il Governo Crocetta ha proposto a oltre 5 milioni di siciliani un nuovo Piano di rientro da 2 miliardi di euro per un deficit della sanità pubblica siciliana che, dal 2011 in poi, stranamente, la Corte dei Conti non ha mai segnalato. I giudici contabili siciliani fanno male il proprio lavoro? Non ci crediamo. Però non sarebbe male se dalla magistratura contabile arrivasse qualche chiarimento su un tema così importante. 

Abbiamo parlato della correttezza istituzionale del Governo Lombardo. Non altrettanto possiamo dire del Governo Crocetta. Ieri sera, ad esempio, si è sparsa la voce che stamattina, in Commissione Bilancio e Finanze, alla prima riunione sul mutuo da 2 miliardi di euro, saranno assenti l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, e il dirigente generale dello stesso assessorato, Salvatore Sammartano. Due assenza strane, irrituali e non rispettose della dignità del Parlamento siciliano.

Ma anche due assenze strane. Perché la dottoressa Borsellino e il dottore Sammartano sono, guarda caso, i due personaggi che, appena due anni fa, in un documento ufficiale, scrivevano che la sanità pubblica siciliana non aveva debiti. Perché tutti i debiti erano stati onorati. Storia, questa, che abbiamo raccontato ieri pomeriggio

Dicono che i due – Lucia Borsellino e Salvatore Sammartano – stamattina sono a Roma. Strana coincidenza. La loro assenza, infatti, non consentirà ai parlamentari che fanno parte della Commissione Bilancio e Finanze di porre loro una domanda semplice: com’è possibile che, esattamente due anni fa, scrivevate una cosa che adesso smentite? Insomma, da dove spuntano fuori questi 2 miliardi di euro di debiti?

Si racconta che, ieri sera, l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, sembrava molto contrariato dalla fuga romana di Borsellino e Sammartano. Tutto si può dire del dottore Baccei: sarà romano, forse sarà anche il commissario del Bilancio regionale, ma nessuno può negare che è in Sicilia da qualche settimana e che di questa storia del mutuo da 2 miliardi non ne sa nulla. 

A conti fatti, tutto lascia pensare a un rinvio dei lavori della Commissione Bilancio e Finanze, in attesa che i due assessori tornino dopo il giro tra il Colosseo e Piazza Navona. Anche perché, a rigore, la Commissione Bilancio e Finanze dovrebbe iniziare l’esame del disegno di legge sul mutuo da 2 miliardi dopo – e non contestualmente o prima – che la Commissione parlamentare di merito, cioè la Commissione Sanità, l’ha esaminato e approvato. 

Il secondo argomento dell’agenda politica e parlamentare siciliana di oggi non è meno delicato del primo. Si tratta dell’avvio della discussione, da parte dell’Aula, della mozione di censura per il segretario generale della presidenza della Regione. Atto parlamentare che porta la firma dei parlamentari del Movimento 5 Stelle. Per la già citata dottoressa Monterosso, che in questi due anni è stata il personaggio centrale di questa stagione amministrativa, si profila un anticipo dei problemi.

Perché a scontare i problemi della crisi della formazione professionale siciliana non sono solo i lavoratori di questo settore già licenziati e senza Cassa integrazione che in queste ore protestano in mezza Sicilia, ma anche i burocrati della Regione che hanno gestito tale branca dell’Amministrazione regionale dal 2007 al 2010. Cinque anni cruciali a cavallo delle campagne elettorali del 2008, anno in cui, è noto, si votò per le elezioni nazionali e regionali. 

Sulle gestioni della formazione professionale di quegli anni è già arrivata una prima sentenza della Corte dei Conti. Che ha investito una serie di burocrati regionali, con in testa proprio la dottoressa Monterosso, condannata al pagamento di un milione e 200 mila euro. 

A questa sentenza, nei prossimi mesi, ne seguiranno altre, sempre per fatti legati all’utilizzazione di ingenti fondi pubblici di questo settore. Cosa, questa, che porrà un problema di opportunità che la mozione di censura anticipa. 

Storie che hanno dato vita ad altre storie poco chiare. Come il recupero coatto di somme a carico di enti e società che operano nella Formazione. Atti amministrativi un po’ temerari, con i quali l’Amministrazione ha provato a recuperare i fondi regionali erogati in quegli anni a valere sui fondi europei. Cosa, questa, già di per sé anomala. 

Per non parlare del fatto che, nelle azioni di recupero delle somme, non è stata fatta una distinzione tra chi ha utilizzato male quelle somme e chi, invece, le ha utilizzato correttamente. 

La mozione di censura a carico della dottoressa Monterosso – che gli uffici dell’Ars hanno correttamente dichiarato ammissibile – sarà anche l’occasione per fare il punto della situazione sull’illegalità segnalata da Tar Sicilia (Tribunale amministrativo regionale) sulle nomine dei dirigenti generali e sull’applicazione delle leggi in materia di amministrazione, a partire dal decreto legislativo n. 39 in poi.    


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